Roma, tasse mai pagate: buco da 8 miliardi

Roma, tasse mai pagate: buco da 8 miliardi
di Lorenzo De Cicco
Domenica 26 Gennaio 2020, 10:02 - Ultimo agg. 10:08
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Il piano appena annunciato da Raggi per ridurre l'evasione record di multe, Imu, Tari e altri balzelli comunali, si fonderebbe su «numeri a casaccio», con obiettivi fin troppo ottimistici elaborati in base a «percentuali che oltre ad essere stratosferiche non significano nulla». A dirlo non è un esponente dell'opposizione, ma il direttore del Dipartimento Risorse Economiche di Roma Capitale, Stefano Cervi. Il dirigente ha espresso tutti i suoi «dubbi» sul piano per migliorare la riscossione del Comune in una mail spedita all'assessore al Bilancio di Virginia Raggi, Gianni Lemmetti. Una lettera di fuoco, di cui Il Messaggero è in possesso, inviata il 17 gennaio, all'indomani della conferenza stampa in cui la sindaca aveva annunciato «un nuovo modello di relazione tra la pubblica amministrazione e i cittadini, basato sulla responsabilità reciproca». Questo modello, nelle intenzioni della grillina, dovrebbe riuscire a guarire una delle piaghe storiche della Capitale, la riscossione colabrodo dei tributi. Una voragine che sfiora gli 8 miliardi di euro (7,9 miliardi nel 2018, l'ultimo dato disponibile, mentre nel 2017 era a quota 7,5 miliardi); un tesoro di carta fatto di Imu, Ici, multe dei vigili, bollettini della Tari, tariffe delle mense, canoni per l'occupazione di suolo pubblico. Crediti che l'amministrazione non riesce a riscuotere. È un vecchio tarlo del Campidoglio, si diceva, ma le cose sembrano peggiorare. Anche i revisori dei conti, nell'ultimo parere al bilancio 2020-2022 votato a dicembre, hanno «raccomandato di incrementare la capacità di incasso delle entrate tributarie ed extra tributarie che comportano la formazione di ingenti residui attivi». Cioè crediti non incamerati. E se la cassa piange, naturalmente si può investire di meno sui servizi.

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IL METODO NEL MIRINO
Raggi è convinta che le cose possano migliorare con le «politiche comportamentali», un approccio «basato sul metodo scientifico e sull'oggettività dei dati per invitare il cittadino a compiere scelte migliori per la collettività, ideato da Richard Thaler che ha vinto il Nobel per l'Economia nel 2017», così riferiva il Campidoglio il 16 gennaio, dopo la conferenza stampa di Raggi. Conferenza in cui veniva comunicata l'istituzione di un Ufficio di scopo, che avrebbe già ottenuto i primi risultati dopo una sperimentazione: per il «progetto Imu: +888% di utenze pagate», per il «progetto liti tributarie pendenti: + 108% di adesioni alla definizione agevolata della controversia per un totale di 7,5 milioni di euro recuperati». E ci sarebbero altri «progetti in corso sul pagamento della bolletta Tari per le utenze domestiche e non domestiche, dei servizi scolastici e del canone di occupazione del suolo pubblico nei Municipi».
I tecnici del Campidoglio però non condividono tanto entusiasmo. Anzi. Leggendo le notizie sui numeri appena diffusi, il direttore delle Risorse Economiche del Comune, Stefano Cervi ha subito scritto all'assessore al Bilancio. Per avvertirlo: «Mi sembra che questa volta siano stati dati numeri a casaccio». Cervi denuncia «percentuali che, oltre ad essere stratosferiche, non significano nulla, perché non si capisce rispetto a cosa siano calcolate».
Al direttore del Dipartimento economico, non manca l'ironia nel commentare le stime ottimistiche diffuse dalla conferenza con Raggi (e riportate subito sul sito web del Comune): «Per l'Imu, l'888% in più è ottimo, significa che stiamo per regolarizzare quasi 9 miliardi di euro di Imu 2019, al posto di poco più di 1 miliardo che è il nostro gettito standard.
Ho qualche dubbio.... ma confido nell'economia comportamentale».

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