Roma tavolini e Cosap, il Comune frena: «La tassa non va pagata». L’assessore ai Municipi: «Bollette da annullare»

Roma tavolini e Cosap, il Comune frena: «La tassa non va pagata». L’assessore ai Municipi: «Bollette da annullare»
Roma tavolini e Cosap, il Comune frena: «La tassa non va pagata». L’assessore ai Municipi: «Bollette da annullare»
di Fabio Rossi
Mercoledì 10 Marzo 2021, 09:29
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La seconda rata della Cosap del 2020 «non va pagata», assicurano dal Campidoglio. E se alcuni Municipi chiedono di saldare questa tranche del canone di occupazione di spazi e aree pubbliche - per tavolini, gazebo o altro - secondo Palazzo Senatorio «si tratta di un evidente errore, che va immediatamente corretto». A chiarire il giallo dei tavolini all'aperto durante il lockdown è Andrea Coia, assessore capitolino alle attività produttive, che annuncia una nota da inviare agli uffici tecnici delle ex circoscrizioni romane, per chiarire i contorni della vicenda una volta per tutte. Anticipando, su questo punto, le legittime proteste delle associazioni di categoria del commercio, con Confesercenti che chiede «un incontro urgente» con l'amministrazione comunale.

Roma e Cosap, giallo sui tavolini: «Non va pagata, anzi sì»


LA VICENDA

Facciamo un riassunto delle puntate precedenti: la scorsa primavera - con l'Italia appena investita dalla pandemia di Covid-19 e gli esercizi commerciali chiusi per le norme di contenimento dei contagi - il Campidoglio annunciava ufficialmente, il 28 marzo, l'approvazione di una memoria di giunta che prevedeva lo stop alle «rate residuali» della Cosap, «relativamente all'annualità 2020».

Una sospensione poi prorogata anche ai primi mesi di quest'anno, con la prospettiva di andare avanti fino a quando non sarà cessata l'emergenza sanitaria. Ma alcuni commercianti romani che, nelle ultime settimane, si sono rivolti ai Municipi per le pratiche di ampliamento degli spazi esterni dei loro esercizi, si sono trovati di fronte un'amara sorpresa: risulta non pagata la seconda rata del 2020, quella relativa ai mesi di aprile, maggio e giugno, quando era già scattato il lockdown. Una bolletta tecnicamente scaduta lo scorso 30 aprile e che andrebbe saldata, secondo alcuni uffici che si occupano di commercio sul territorio, per evitare la sospensione delle pratiche di ampliamento delle occupazioni e, in futuro, probabili cartelle esattoriali.

 


LA RISPOSTA


La querelle fa insorgere la categoria, che vive già un momento molto difficile: «Richieste del genere sono assurde, anche perché parliamo di un'imposta che si riferisce addirittura al periodo del lockdown - attacca Valter Giammaria, leader romano di Confesercenti - Chiediamo un incontro urgente alla sindaca e all'assessore al commercio, affinché si risolva questo problema in tempi strettissimi». Il Campidoglio, dal canto suo, ribadisce che si tratta di un mero errore materiale, rapidamente sanabile. «Abbiamo chiarito fin dall'inizio della pandemia che i pagamenti della Cosap erano annullati, e su questo non possono esserci dubbi - sottolinea Coia - Abbiamo adottato questa misura per aiutare tanti romani in crisi e nessun Municipio può richiedere il pagamento di quelle somme».


IL DOCUMENTO


L'assessore annuncia l'intenzione di inviare una nota esplicativa a tutti i distretti della Capitale, per escludere ulteriori possibili equivoci sulle disposizioni - nazionali e comunali - riguardanti la Cosap, e quindi impedire nuove richieste di imposte arretrate non dovute. «L'esenzione è totale, e vale anche per gli ambulanti», ricordano dal colle capitolino.

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