Storni morti a Roma, anche Dario Argento si è messo paura: «Scena horror, sembrava Hitchcock»

Storni morti a Roma, anche Dario Argento si è messo paura: «Scena horror, sembrava Hitchcock»
Storni morti a Roma, anche Dario Argento si è messo paura: «Scena horror, sembrava Hitchcock»
di Gloria Satta
Sabato 2 Gennaio 2021, 00:10
4 Minuti di Lettura

«Mamma mia, sono immagini impressionanti!», esclama Dario Argento guardando gli storni stecchiti sull’asfalto. Un’autentica scena horror. E se a rimanerne colpito è l’ottantenne maestro del brivido, il regista che per mezzo secolo ha terrorizzato il mondo intero con film di paura e di culto come ”L’uccello dalle piume di cristallo”, ”Profondo rosso”, ”Suspiria”, ”Phenomena”, c’è da riflettere sulla macabra sorpresa che il primo dell’anno ha accolto i romani.


Che effetto le fa sapere che i botti hanno spaventato gli uccelli al punto di mandarli a schiantarsi contro muri, finestre e cavi dell’alta tensione?
«Un effetto bruttissimo.

Gli storni disturbano noi romani perché riempiono le strade di guano, tant’è che per ripararsi molti di noi ormai devono aprire l’ombrello. Ma sono esseri viventi e meritano rispetto. Dispiace sapere che ad ucciderli siano stati i botti che peraltro l’altra notte erano vietati».


Quel tappeto di uccelli morti è un segno dei tempi apocalittici che stiamo vivendo?
«Non credo proprio. Il Covid non è un’espressione dell’apocalisse ma un maledetto virus che sta decimando la popolazione mondiale. Non nasconde nessun significato misterioso, religioso o esoterico. Io mi domanderei piuttosto come mai gli storni siano rimasti uccisi solo quest’anno in cui non c’era gente in giro e perciò si sono sparati meno botti che nel passato».

Ci sono molti uccelli nel quartiere Coppedè, dove lei abita?

«Ci sono i gabbiani che sono aumentati in misura esponenziale. Mettono paura, sono bellissimi ma feroci: sterminano i piccioni e a volte attaccano gli altri animali. Mia figlia Fiore è preoccupatissima per l’incolumità del suo chihuauha. Giorni fa ho visto sotto casa un gabbiano impegnato a dilaniare un piccione. Una scena raccapricciante».


Perché nei film, a cominciare dal capolavoro di Hitchcock ”Gli uccelli”, i pennuti spesso seminano il terrore?
«Perché volano e hanno le piume: rispetto agli altri animali, specialmente i mammiferi, sono degli alieni. ”Gli uccelli” è uno dei migliori film di Hitchocok e mette paura in crescendo: prima t’imbatti negli uccellini, poi nei corvi, quindi nei gabbiani e alla fine arriva la nuvola nera di volatili».


Quando ha visto quel film?
«Ero un ragazzino e, lo confesso, rimasi molto impressionato».


Poi anche lei non ha rinunciato agli uccelli nei suoi film.
«La mia opera prima, ”L’uccello dalle piume di cristallo”, deve il titolo al grido lacerante di un pennuto allo zoo. Poi, in ”Opera”, ho messo dei corvi che attaccano il pubblico di un teatro».

E’ vero che in tanti sono terrorizzati dagli uccelli?
«Con la paura dei serpenti, è una delle fobie più forti e incontrollabili. Io stesso conosco moltissime persone che ne sono affette».


Anche lei?
«No, io sono cresciuto i mezzo ai pappagalli che mio padre portava a casa. Animali simpatici che non mi hanno mai fatto sentire minacciato».


E ora si sente minacciato dal Covid?
«Ne ho molta paura e già a marzo ho avuto la certezza che non ci saremmo liberati dal virus in tempi brevi. Non esco quasi mai, il mio nuovo film ”Occhiali neri” è slittato, faccio tamponi in attesa di potermi vaccinare. Considero negazionisti e no-vax degli autentici squilibrati».

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