Medici di base no-vax, caos a Roma per 40mila pazienti

Medici di base no-vax, nel Lazio caos per 40mila pazienti
Medici di base no-vax, nel Lazio caos per 40mila pazienti
di Lorenzo De Cicco
Martedì 31 Agosto 2021, 22:31
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Che succede quando il dottore di famiglia è no-vax? Con le sospensioni in dirittura d’arrivo, a Roma e provincia vanno ricollocati quasi 40mila mutuati. Le Asl sono già al lavoro: mentre procede l’iter per congelare gli incarichi ai sanitari che se ne sono infischiati dell’obbligo vaccinale, si spulciano le liste dei pazienti. L’obiettivo è non lasciare a spasso nessuno, anche perché da qui a un mese inizierà la campagna di vaccinazione contro l’influenza e c’è l’incognita della terza dose anti-Covid: la Regione ha già studiato un piano che punta a coinvolgere tra 500mila e 1,5 milioni di cittadini over 65, con un consistente pacchetto di iniezioni da affidare proprio agli ambulatori di medicina generale, oltre alle farmacie. Ecco perché la partita dei mutuati dei dottori no-vax non va presa sottogamba.

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I numeri: secondo l’Ordine dei medici di Roma, nei primi elenchi al vaglio delle Asl, compaiono 40 dottori di famiglia.

A differenza di quanto avverrà per chi lavora nei reparti - sarà rimpiazzato direttamente dagli ospedali, per i pazienti cambia poco – in questi casi tocca avvisare 1.000-1.500 persone ogni volta. Gente che altrimenti, in caso di urgenze, ma anche per una banale ricetta o una visita di routine, non saprebbe più chi chiamare. «Con le prime sospensioni dei medici di famiglia, ci saranno almeno 40mila pazienti da ricollocare presso altri studi», spiega il presidente romano dell’Ordine, Antonio Magi. E non sarà possibile indirizzare tutti verso un ambulatorio sotto casa. Qualcuno potrebbe ritrovarsi anche a 2-3 chilomteri di distanza dal vecchio studio. Un problema, soprattutto per i più anziani.

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LA STRETTA
Ma per le Asl ormai è venuto il momento di mettere in pratica quanto il governo ha decretato a inizio aprile. Per i sanitari che non si sono vaccinati, scatta «la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implichino contatti interpersonali o comportino, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio». La regola vale anche per i dottori di famiglia. «Nessun paziente sarà lasciato indietro – assicura il direttore generale dell’Asl Roma 6, Narciso Mostarda – Qui stiamo analizzando da tempo il caso di un medico di base no-vax, ma una cosa è certa: il procedimento non sarà concluso prima che venga trovata una soluzione per tutti gli assistiti». Gli uffici dei distretti sanitari, aggiunge il dg della Roma 6, sono «già al lavoro per capire come ridistribuire i pazienti negli altri studi della zona». L’operazione va portata a dama in fretta: entro fine mese la Pisana conta di avviare la campagna antinfluenzale. Sono già state commissionate un milione e 750mila dosi contro il virus di stagione, tutte da ripartire tra i medici del territorio. 

Facile prevedere, in ogni caso, che la batteria di sospensioni produca uno strascico di azioni legali e ricorsi. Col rischio di lasciare ancora di più i mutuati nel limbo. M. A. un dottore di base di Ardea convinto che i vaccini anti-Covid siano «inutili e nocivi» e che sia «tutta una farsa», così scrive su Facebook, ha già detto di sentirsi vittima di un complotto: «Sono perseguitato dalla Asl e dall’Ordine dei Medici – il delirio - ma ci sono profili penali». Come lui, altri sanitari anti-vaccino sono pronti a dare battaglia. Ma la Regione ha deciso: per i no-vax non ci saranno sconti.
 

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