Vaccini nel Lazio, i giovani all’assalto: trentenni in rivolta. «Quando toccherà a noi?»

Vaccini nel Lazio, i giovani all’assalto. Ed è rivolta fra i trentenni
​Vaccini nel Lazio, i giovani all’assalto. Ed è rivolta fra i trentenni
di Mauro Evangelisti
Venerdì 4 Giugno 2021, 00:12 - Ultimo agg. 10:48
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C’è la corsa dei giovanissimi a vaccinarsi. Qualsiasi luogo comune che li voleva disinteressati alle iniezioni anti Covid viene spazzato via. A Roma, agli open day per i maturandi, l’adesione è stata altissima, 4 su 5 hanno detto sì; lo stesso è successo all’open week rivolto agli over 18 dove i ticket virtuali sono andati esauriti come succedeva un tempo ai concerti. A Bologna hanno fatto scalpore le immagini di resse e assembramenti di giovani per le vaccinazioni aperte a tutti (ma senza prenotazioni e questa è stata una pessima idea). Il Veneto ha avviato gli appuntamenti anche per i ragazzi e in poche ore sul sito ci sono stati 250mila contatti. Vince il desiderio di una estate in sicurezza e in libertà.

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POLEMICHE
Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: sui social, ma anche nel tradizionale passaparola, è scattata la rivolta dei trentenni (e in parte anche dei ventenni) laziali. Tutto comincia nella notte tra il 2 e il 3 giugno. Speravano di poter prenotare la vaccinazione, visto che il commissario Francesco Figliuolo aveva dato il rompete le righe, annunciando che le Regioni possono garantire a tutte le età le somministrazioni. La maggior parte dei governatori lo ha fatto, ma non il Lazio, lasciando buona parte dei nati negli anni Ottanta e Novanta delusi. Mentre fino a poche settimane fa il Lazio era la Regione indicata come esempio perché viaggiava come un treno dell’alta velocità, scendendo ogni 2-3 giorni di classe di età, improvvisamente ha tirato il freno.

Gli ultimi per i quali sono state aperte le prenotazioni, il 26 maggio, sono quelli nati nel 1981. Poi lo stop. Come mai? Nel frattempo sono stati organizzati gli open day per i maturandi, con Pfizer.

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Non solo: in parallelo è partita la open week (che si concluderà il 6 giugno) con AstraZeneca, rivolta a chiunque abbia più di 18 anni, con 60mila ticket virtuali. In teoria anche un trentenne, uno delle centinaia che ieri hanno scritto sui social contestando il metodo laziale, poteva prenotarsi all’open week, ma essendo posti limitati, alla fine i delusi erano maggioranza. Così il trentenne di Roma, Viterbo, Latina, Rieti e Civitavecchia ha visto i coetanei prenotarsi in Lombardia o in Veneto, ovunque i vaccini siano stati (sulla carta) offerti a tutti, senza potere fare altrettanto. Numerosi i meme: uno di questi aveva una foto (dalla trasmissione “Lol”) del comico Lillo con una espressione disorientata.

Seguiva scritta: «Noi del Lazio che vediamo tutti gli altri prenotare». E poi messaggi di protesta su Twitter: «Anche basta con gli open day, vogliamo i vaccini per tutti», «il Lazio vuole continuare con le classi di età, mi vaccinerò nell’anno del mai»; c’è chi ironizza «la Regione Lazio annuncia che i vaccini agli Under 40 verranno dati solo dopo il quarto scudetto della Roma», chi sbotta «ma perché sono nel Lazio i vaccini non sono aperti a tutti, perché». Nel tardo pomeriggio ecco l’annuncio della Regione: riapriamo le prenotazioni, ma continuando a rispettare le classi di età. Il calendario: da domenica notte si possano prenotare i nati dal 1982 al 1986, due giorni dopo quelli dal 1987 al 1991, giovedì notte dal 1992 al 1996 e da domenica 13 giugno a mezzanotte tutti gli altri fino ai diciassettenni. Per chi ha da 12 a 16 anni i genitori «dovranno rivolgersi ai pediatri di libera scelta o al medico di medicina generale».

SISTEMA
Ma davvero il Lazio ha penalizzato i trentenni? In realtà, l’apertura a tutti delle prenotazioni, come deciso dalle altre Regioni, rischia di essere una illusione ottica. Le dosi a disposizione non sono infinite e, in proporzione al numero di abitanti, sono uguali per ogni Regione. Si possono anche aprire le prenotazioni a tutti, ma l’appuntamento necessariamente sarà per chissà quando. Seguendo il criterio delle classi di età - con le uniche eccezioni degli open day (che servono a smaltire le scorte di AstraZeneca) - quanto meno, è la tesi del Lazio, si evita il caos e si mantiene un principio di equità, perché un 39enne si vaccinerà prima di un diciassettenne. Ad oggi nel Lazio le somministrazioni sono state 3,5 milioni, coloro che hanno concluso il percorso vaccinale (prima e seconda dose con unica eccezione di Johnson & Johnson per il quale basta una iniezione) sono 1.131.582 (dato del tardo pomeriggio di ieri).

Tra gli over 80 quasi il 94 per cento ha ricevuto almeno una dose (l’87 entrambe), bene anche tra 70 e 79 anni, 87,5 per cento almeno una dose; tra i 60 e i 69 anni siamo attorno al 79 per cento. Sintesi: lo scontento registrato nel Lazio tra i trentenni e i ventenni che aspettano, le prenotazioni esaurite per gli open day aperti ai diciottenni, ma anche la corsa al clic in Veneto o l’assalto al centro vaccinale di Bologna danno una buona notizia: anche tra i giovani e i giovanissimi c’è il desiderio di vaccinarsi.
 

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