Tifosi inglesi a Roma, D'Amato: «Intercetteremo tutti gli arrivi, i positivi rischiano la denuncia. Non si può morire per una partita di calcio»

Tifosi inglesi a Roma, D'Amato: «Intercetteremo tutti gli arrivi, i positivi rischiano la denuncia. Non si può morire per una partita di calcio»
Tifosi inglesi a Roma, D'Amato: «Intercetteremo tutti gli arrivi, i positivi rischiano la denuncia. Non si può morire per una partita di calcio»
di Francesco Pacifico
Giovedì 1 Luglio 2021, 00:15 - Ultimo agg. 09:30
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In queste ore la mente di Alessio D’Amato, assessore alla Sanità del Lazio, corre al 19 febbraio del 2020, «al match di Champions League tra Atalanta e Valencia che fu una bomba virale, che fu devastante in termini di contagi per il Covid per il nostro Paese. Non vorrei che dopodomani a Roma, con l’arrivo dei tifosi inglesi per Inghilterra-Ucraina, ci ritrovassimo nelle stesse condizioni. L’Italia ha già dato: non si può morire per una partita di calcio».

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Assessore, la Uefa garantisce che, visti i 5 giorni di quarantena necessaria, non arriveranno tifosi dal Regno Unito a Roma.
«Allora se non c’è questa possibilità, perché il governo di Londra ha consigliato ai suoi concittadini di non partire? Non voglio fare dell’allarmismo gratuito e sottolineo che i cittadini inglesi già presenti nella Capitale sono i benvenuti.

Ma dobbiamo essere pronti a intervenire, se qualcuno non rispetterà le disposizioni».


I modi per superare i controlli ci sono?
«Noi abbiamo i migliori professionisti al mondo nella gestione dell’ordine pubblico e su questo versante loro ne sanno più di me. Non è il mio lavoro, il mio, invece, è quello di occuparmi di sorveglianza sanitaria e infatti su questo fronte non abbiamo indietreggiato di un millimetro. Ma come sappiamo, c’è sempre chi prova a non rispettare le regole. Non a caso il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, che è il numero uno nel campo dell’ordine pubblico, ieri ha deciso maggiori controlli intorno allo stadio Olimpico e alle fanzone. Non dobbiamo dimenticarci dei maxischermi».

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Intanto Oltremanica si è registrato un nuovo e pericoloso record di positivi.
«Appunto. Per quanto riguarda il rischio che corriamo, questo arriva da un Paese dove la presenza della variante Delta è cresciuta a dismisura. Per noi il livello di allerta è massimo ed è condiviso anche dal ministero della Salute e da quello degli Interni. Non a caso, con la regia del Viminale, le autorità stanno predisponendo una macchina d’intervento per intercettare quelli che improvvidamente decideranno di venire a Roma».


Mandi un messaggio proprio a loro?
«Semplice: noi vi sconsigliamo la partenza. È inutile venire a Roma, perché in Italia vige un’ordinanza che impone una quarantena di 5 giorni per chi sbarca dal Regno Unito. È semplice, anzi matematico, che chi non si è già messo in viaggio ed è arrivato in Italia, non può assolutamente vedere la partita all’Olimpico. Infatti verrà rimandato indietro».


Che cosa rischia, chi si presenta allo stadio senza avere fatto la quarantena?
«Anche una denuncia penale per il reato di epidemia colposa, se è positivo e se è consapevole di essersi ammalato».


Ma sono sufficienti le modalità messe in campo finora?
«In teoria chi compra un biglietto aereo, come dispone l’ordinanza del nostro governo, deve compilare un apposito form indicando il luogo dove fa la quarantena per fare eseguire alle nostre autorità sanitarie tutti i controlli di sorveglianza medica. E voglio sperare che non si inseriscano dichiarazioni mendaci. Proprio per questo io avrei un’altra soluzione da suggerire».


Quale?
«Sarebbe utile che la Uefa, ai tornelli dell’Olimpico, verificasse anche la carta d’imbarco dei tifosi per avere certezza della data arrivo e della quarantena svolta in un luogo sicuro. Quindi un controllo ulteriore accanto a quelli già previsti per il biglietto nominativo, il green pass, l’esito del tampone e la temperature. Perché la federazione europea deve permettere la città di Roma di essere in condizione di ospitare un evento così importante, senza correre rischi».


C’è già stato il precedente di Italia-Galles.
«Sì, ma quel match si è tenuto prima dell’avvio dell’ordinanza del ministro Speranza del 18 giugno. Io, invece, come precedente guardo all’ottavo di finale tra Svezia e Ucraina che si è giocato a Glasgow, in Scozia: il governo di Kiev ha sottoposto a misure di quarantena i suoi tifosi e questi non si sono neanche presentati all’Hampden Park». 


La sua uscita creerà polemiche?
«Non credo, come dimostrano anche le misure aggiuntive prese dalla Questura e dalla Prefettura sotto l’egida del Viminale. Ma poi mi sento in linea con quanto già detto dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, che si è chiesto se avesse senso tenere la finale degli Europei a Wembley, in Gran Bretagna. Ripeto, Atalanta-Valencia, e lo dico con massimo rispetto per le troppe vittime, dovrebbe averci insegnato qualcosa». 


Intanto anche nel Lazio aumentano i casi di variante Delta.
«Questa mutazione del Covid, come ci ha spiegato l’autorità europea sulle infezioni Ecb, è destinata a diventare entro agosto la variante dominante della malattia. Anche in Italia. Adesso nel Lazio siamo al 10 per cento, ma questo numero è destinato a salire. Anche per questo stiamo accelerando la campagna vaccinale per arrivare proprio a inizio agosto a immunizzare, con prima e seconda dose, almeno il 70 per cento della popolazione del Lazio».


Un’ultima curiosità, lei va allo stadio?
«No, io la partita dopodomani la seguo in tv. Come consiglia di fare il governo inglese ai suoi tifosi».

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