Roma, Ztl aperta per sei mesi, class action dei residenti: chiesti maxi-rimborsi

Roma, Ztl aperta per sei mesi, class action dei residenti: chiesti maxi-rimborsi
Roma, Ztl aperta per sei mesi, class action dei residenti: chiesti maxi-rimborsi
di Francesco Pacifico
Domenica 14 Giugno 2020, 09:10 - Ultimo agg. 11:43
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Prima hanno alzato la voce in Campidoglio i commercianti, che chiedono di tenere aperti i varchi per tutto l'anno e non soltanto fino al 31 agosto. Adesso, a lamentarsi con la sindaca Virginia Raggi sulla Ztl, sono i residenti del Centro e tutti quelli che per lavoro sborsano anche 2mila euro all'anno. I quali non soltanto vogliono che la zona a traffico limitato sia riattivata al più presto, ma pretendono indietro i soldi che hanno già pagato per il servizio. Inutilmente, visto che per sei mesi (da marzo ad agosto) il Comune ha reso accessibili a tutti queste zone. E adesso sono pronti a rivolgersi alla magistratura, molto probabilmente con il Codacons e altre associazioni di consumatori pronti a sposare questa causa.

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Sul Comune rischiano di piovere migliaia di ricorsi, anche perché sono 80mila i residenti che sborsano tra i 200 e i 300 euro all'anno per il permesso della Ztl, ai quali vanno aggiunti altri 22mila utenti (artigiani, professionisti, imprese) che invece per lavoro e per lo stesso servizio spendono in base alla cilindrata in media 2mila euro all'anno. E se i ricorsi saranno accolti, i giudici potrebbero spingere l'amministrazione a dover risarcire oltre 20 milioni di euro. Non pochi in una fase dove il Campidoglio ha scritto al governo per vedersi ristorare quasi 700 milioni di euro per le mancate entrate tributarie o le multe non pagate. Senza contare che deve trovare 120 milioni di euro per la sua controllata più grande, l'Atac, privata dai 200 milioni di incassi, visto il crollo della bigliettazione nell'emergenza Covid.

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Almeno 7 comitati del Centro su 13 («Vivere Trastevere», «Roma è la mia città», «piazza Navona e dintorni», rione Monti, Borgo, campo Marzio, piazza delle Coppelle) hanno già pronta la una causa collettiva per ottenere il risarcimento e hanno dato mandato ai loro legali di preparare le carte. Cioè le stesse che si sono rivolte al Tar per bloccare la recente delibera comunale che permette a bar e ristoranti di collocare più tavolini sul suolo pubblico. Ma la stessa soluzione, quella della class action, la sta studiando il Codacons. Dice il suo presidente, Carlo Rienzi: «I cittadini che hanno pagato i permessi per le Ztl senza poter usufruire del servizio (la circolazione ma anche la possibilità di parcheggiare) durante il lockdown, hanno chiaramente diritto al rimborso di quanto speso, anche attraverso un allungamento della validità dei tagliandi. Per questo il Codacons invierà una istanza alla sindaca Raggi, affinché disponga indennizzi, anche tramite un prolungamento. Altrimenti ci faremo promotori di un'azione collettiva».

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LA BEFFA DELLA SOSTA
Comitati e associazioni dei consumatori sarebbero poco inclini a fare ricorso al Tar, visti i costi del contributo unificato. E non confidano nelle istanze di autotutela. O sarà class action oppure si guarda all'intervento del giudice di pace, come prevede l'articolo 322 del codice civile. Flaminia Borghese di «piazza Navona e dintorni» spiega: «Al danno del maggior traffico anche la beffa di perdere quanto abbiamo già pagato e di non trovare più parcheggio. E la situazione rischia soltanto di peggiorare quando inizieranno a montare i tavolini sulle strisce blu». Le fa eco Dina Nascetti di «Vivere Trastevere»: «È già una vergogna che dobbiamo pagare per circolare e parcheggiare dove siamo residenti, ma in questo momento di crisi, non possiamo perdere i soldi pagati». Da Monti non risparmi strali la consigliera Nathalie Naim: «Chi è costretto a tenere almeno un'utilitaria, già adesso deve fare i conti con un servizio che non funziona e con i pochi posti auto regolari, che con il consenso del Comune vengono occupati dai tavolini o dalle vetture di chi non ha il permesso».

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Dal Comune fanno notare che a, differenza di quanto è previsto per i titolari di abbonamenti del Tpl, l'ultimo Dpcm non prevede rimborsi. Quindi non ci sono paracaduti giuridici che coprano gli amministratori dal rischio di danno erariale in caso di risarcimento. Così gli uffici stanno valutando se è possibile allungare di sei mesi i permessi Ztl già pagati. Altrimenti si rischia di andare in tribunale.
 

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