Roma, spinta per l'Expo. «Un asse con l'Europa». Pressing sulla trasparenza per Riad

Incontro tra Gualtieri e von der Leyen. L'Italia punta sull'Ue per vincere nel 2030

Roma, spinta per l'Expo. «Un asse con l'Europa». Pressing sulla trasparenza per Riad
Roma, spinta per l'Expo. «Un asse con l'Europa». Pressing sulla trasparenza per Riad
di Francesco Bechis
Martedì 10 Gennaio 2023, 06:07 - Ultimo agg. 11:35
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Una sponda europea per Expo 2030 a Roma. Una moral suasion di Bruxelles sugli Stati membri, e non solo, per sostenere la candidatura della Capitale italiana ad ospitare l'esposizione internazionale, un progetto che può valere da solo 50 miliardi di euro, 3-4 punti di Pil. Un incontro tra il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ieri mattina ha posato un primo tassello della strategia italiana.

L'INCONTRO

Venti minuti di colloquio al Teatro Quirino, a margine della presentazione del libro postumo di David Sassoli. Chiusi con un auspicio del Primo cittadino romano, anzi due. Da una parte la buona riuscita della candidatura di Roma per ospitare l'Autorità europea dell'Antiriciclaggio. Il verdetto è atteso quest'anno e sul dossier c'è la piena intesa tra Capitale e governo per costruire il quartier generale della nuova agenzia Ue. Con tanto di sito già individuato: le Torri Ligini all'Eur, quartiere ben collegato al centro come all'aeroporto di Fiumicino. Dall'altra la partita di Roma per riportare Expo in Italia e in Europa dopo le ultime assegnazioni extra-europee. Entrambi i dossier, con i rispettivi piani delineati dalla Città, sono stati consegnati da Gualtieri a von der Leyen al termine del vis-a-vis. E la presidente Ue, da parte sua, non si è mostrata indifferente alla sfida della Capitale, anzi. Non solo per il rapporto di confidenza che da tempo lega Gualtieri e l'ex ministra tedesca, memori degli anni trascorsi insieme a Bruxelles. La presidente conosce bene l'impatto che l'Expo può avere su una città, il potenziale che può sprigionare. Così come i rischi, se alle spalle manca una candidatura forte. Ricorda in particolare l'esposizione del 2000 nella sua Hannover, città dove ha studiato Medicina e dove tutt'ora risiede.

La candidatura di Roma, presentata lo scorso 6 settembre a Parigi, è «solidissima», assicura chi ci lavora da mesi. E se non ci sarà alcuna garanzia Ursula - formalmente la Commissione non ha voce in capitolo - è invece scontato il sostegno unanime del governo. «Sono pronta a spendermi in prima persona», ha assicurato la premier Giorgia Meloni dopo Natale, spiegando di aver già cercato sponde nei bilaterali con «trenta, quaranta capi di Stato e di governo».

IL PIANO DELLA CAPITALE

Il piano di Roma? Persone e territori. Un inno allo sviluppo sostenibile che prenderà la forma del più grande parco solare urbano al mondo, 150mila metri quadrati a Tor Vergata, all'ombra delle Vele di Calatrava. La salita sarà lunga, però, perché la concorrenza è accesa. Temibile quella dei sauditi, con Riad che, sia pure informalmente, può già contare sul sostegno di diverse decine di Paesi tra i 170 del Bie (Bureau international des Expositions) che dovranno esprimersi. A seguire Busan in Corea del Sud e Odessa, la città portuale ucraina martoriata dalla guerra in corso. La caccia ai voti è aperta, la roadmap serratissima. A Roma fervono i preparativi per la visita, il 23 gennaio, del segretario generale del Bie, il greco Dimitri Kerkentzes. Visiterà il sito a Tor Vergata, incontrerà le istituzioni, discuterà del piano italiano. Per poi tornare il 17 aprile. Ed è questa la data da cerchiare in rosso sul calendario, perché sarà il giorno dell'ispezione ufficiale del Bie a Roma con una delegazione guidata dal segretario. Qui, dopo Pasqua, il Bureau darà le prime pagelle ai progetti delle quattro città candidate all'Expo in vista dell'assemblea generale di giugno. Roma punterà tutto sull'agenda climatica - proprio nel 2030 l'Onu dovrà rinnovare il patto per il clima - e su tre parole chiave: inclusione, trasparenza, diritti. Parole meno conosciute dal concorrente più insidioso per l'Italia, l'Arabia Saudita di Bin Salman, tanto solerte nel trovare alleati alla causa nel mondo quanto inerte di fronte alle questioni umanitarie. Di qui la richiesta italiana al Bie - forte del sostegno Ue - della più assoluta trasparenza nel processo per scongiurare un nuovo caso Qatar per Expo 2030. E lo stupore per Paesi alleati (ed europei) come Francia, Grecia e Cipro, che hanno già aperto a un voto a favore degli amici sauditi. Quanto a Odessa, difendere la candidatura ucraina e rispettare tempi e adempimenti nel mezzo di un'invasione armata non sarà facile. Comunque finisca la sfida, Roma vorrà lanciare un segnale. E, fanno sapere dal Campidoglio, in caso di vittoria, farà in modo che la città ucraina non solo ospite d'onore, ma tra i protagonisti dell'Expo Capitale.

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