Roma, Raggi revoca il cda di Ama: via Bagnacani

Roma, Raggi revoca il cda di Ama: via Bagnacani
Lunedì 18 Febbraio 2019, 11:34 - Ultimo agg. 15:38
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Finisce l'era Bagnacani in Ama. La sindaca di Roma Virginia Raggi ha firmato un'ordinanza con cui revoca l'intero consiglio di amministrazione della municipalizzata dei rifiuti di Roma «per giusta causa».

La decisione è stata comunicata nel corso di una giunta che ha votato una memoria con cui, a quanto si apprende, ha «preso atto» dei disservizi e del mancato raggiungimento da parte della governance degli obiettivi prefissati. Il collegio sindacale sostituirà il Cda per il tempo strettamente necessario alla ricostituzione del consiglio. 

La memoria approvata dalla Giunta Capitolina prende atto dei disservizi e del mancato raggiungimento da parte della governance degli obiettivi prefissati. Contestualmente l'ordinanza assegna al Collegio Sindacale di Ama spa la gestione delle attività aziendali per il periodo di tempo strettamente necessario alla ricostituzione del Cda

I SINDACATI - «Abbiamo chiesto rassicurazioni sia sulle banche sia sugli stipendi. Raggi ci ha detto che gli stipendi non sono in discussione e che è in corso un confronto con le banche che entro la fine del mese verrà risolto», ha spiegato il segretario generale Fp Cgil Natale di Cola al termine dell'incontro in Campidoglio tra i sindacati e la sindaca.


«LO STATO DI AGITAZIONE».  I segretari generali di Fp Cgil, Fit Cisl e Fiadel Roma e Lazio, Natale Di Cola, Marino Masucci e Massimo Cicco, hanno annunciato che «lo stato di agitazione rimane. I lavoratori sono stanchi di vivere nella preoccupazione e di far fronte a una situazione critica, che vede quasi la metà dei mezzi a disposizione fermi, e meritano di essere coinvolti». «Nell'assemblea di oggi alla Direzione Generale Ama, li aggiorneremo su quanto sta accadendo. Come già detto - proseguono Di Cola, Masucci e Cicco - non bastano le buone intenzioni: il Campidoglio deve agire rapidamente per superare questa fase. Senza un bilancio, che sarà il nuovo Cda ad approvare, e senza un piano industriale che guardi alle reali esigenze della città, non si possono fare investimenti né assunzioni. È un'impasse che si trascina da troppo tempo, in modo inaccettabile». «Finora è stato perso troppo tempo prezioso - concludono - e a farne le spese sono gli 8mila lavoratori dell'Azienda e tutti i cittadini della Capitale: Ama ha bisogno di poter operare con solidità e con una visione chiara del proprio futuro, che è e deve restare pubblico».

LE REAZIONI - «La revoca del Cda di Ama da parte della sindaca Raggi apre una crisi senza precedenti nell'azienda capitolina. La Raggi dica chi ha sbagliato del M5s nella gestione di Ama, visto che la governano da tre anni. Ad oggi lo scenario che è davanti agli occhi di tutti, al di là delle rassicurazioni di rito dell'Assessore Lemmetti e del dg Giampaoletti, è quello di un'azienda avviata al fallimento o al concordato preventivo. I pagamenti degli stipendi dei dipendenti e quelli dei fornitori sono a rischio». Così in una nota il gruppo capitolino del Pd.

«L'azienda capitolina - prosegue la nota - è un'azienda solida che ha entrate certe attraverso la Tari e che gode della fiducia di fornitori e banche considerando il consistente patrimonio a disposizione. La crisi prodotta in 3 anni di gestione M5s è tutta politica ed ha generato il blocco del bilancio 2017, quello del 2018 e l'assenza di un piano industriale. È l'epilogo di una gestione dissennata gravata da continue guerre interne ai cinque stelle e su cui pesano come macigni le responsabilità della giunta Raggi e del dg Giampaoletti. Portare al dissesto una società come Ama, che attraverso la Tari può pagare stipendi e fornitori, e con l'affidamento del servizio avviato nel 2015 e valido fino al 2025, garantire un volume di affari di sette miliardi, è da criminali. Le responsabilità politiche e giuridiche di distruggere un'azienda sana, sono quindi tutte dell'amministrazione M5s, della sindaca Raggi e dei suoi delegati. Dopo un anno di rinvii la soluzione odierna partorita dal Campidoglio è l'istituzione dell'ennesima cabina di regia per una crisi creata da loro stessi. Ci opporremo con decisione a qualsiasi ipotesi di favorire i privati a fronte di un evidente indebolimento di Ama studiato a tavolino. Come gruppo siamo decisi di andare fino in fondo: porteremo tutti gli atti della sciagurata gestione Raggi nelle sedi istituzionali e in quelle legali. Non lasceremo morire un'azienda importante fatta di tante professionalità e di migliaia di lavoratori qualificati ed onesti.» 

«Sulla pelle dei romani si sta con giocando con pervicacia e accanimento una partita tutta interna ai 5 Stelle, una diatriba tra correnti che punta al solito 'poltronificio grillinò e i cui soli a pagare saranno i romani. Oggi la Raggi revoca il Cda Ama da lei interamente nominato e lo sostituisce con il collegio sindacale non più in carica e nominato dalle vecchie gestioni Pd. Ecco il 'vento del cambiamentò». È quanto dichiara in una nota Andrea De Priamo, capogruppo di Fdi in Campidoglio.

«Quali sono i veri obiettivi di questo gioco allo sfascio? - prosegue - La privatizzazione e lo spacchettamento dell'azienda? Il commissariamento? Il concordato fallimentare? Qualunque sia la risposta il comportamento della sindaca sta spingendo la municipalizzata capitolina verso una crisi che potrebbe essere irreversibile.

La delibera di giunta che ha bocciato il Bilancio Ama configura possibili responsabilità erariali e la decisione di oggi conferma che sull'azienda si stanno svolgendo giochi di potere…tutt'altro che trasparenti», conclude De Priamo.

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