Forlanini, così rinasce un'eccellenza: progetto da 300 milioni dopo tanti tentativi di recupero andati a vuoto

Forlanini, così rinasce un'eccellenza: progetto da 300 milioni dopo tanti tentativi di recupero andati a vuoto
Forlanini, così rinasce un'eccellenza: progetto da 300 milioni dopo tanti tentativi di recupero andati a vuoto
di Francesco Pacifico
Sabato 17 Settembre 2022, 09:21 - Ultimo agg. 19 Settembre, 12:07
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Nemmeno un paio d'anni fa si dava per imminente l'arrivo delle gru e degli operai per costruire la sede del Politecnico che a Roma manca e che invece nascerà a Tor Vergata. Prima ancora l'ex Forlanini era stato candidato per accogliere un pezzo di Regione Lazio, la Cittadella delle Organizzazioni internazionali (in prima linea il World Food Programme), l'Agenzia europea della ricerca biomedica o quella del farmaco. Senza dimenticare residenze per gli anziani e case della salute, messe nero su bianco in un atto di indirizzo approvato dalla Regione Lazio del 2021. E invece niente, perché dal 2015 - anno della sua chiusura dopo un'agonia decennale - l'ex ospedale Forlanini è soltanto preda del degrado e di promesse mancate.

LA CASERMA
Al riguardo spiegano dalla Regione (che è proprietaria di questo stabile): «Tutti i progetti alternativi sono naufragati perché è molto complicato cambiare la destinazione d'uso di questo complesso». In quest'ottica emblematico quanto è successo con la caserma dei carabinieri che dovrebbe essere aperta a via Portuense, dove un tempo c'era l'ingresso della direzione generale dell'ospedale: fu annunciata nel 2015 da Nicola Zingaretti ma i tempi della burocrazia hanno fatto sì che i lavori partissero soltanto nel 2020.
Ora c'è una nuova chance per far rinascere il Forlanini e il sogno della cittadella della salute, che prima la malasanità e poi il commissariamento ai conti del Lazio hanno fatto naufragare: nuova sede - più spaziosa - del Bambino Gesù.

In linea con quell'eccellenza nella cura alla tubercolosi che dal 1934 diventò il più grande ospedale del mondo, con la sua lunghissima struttura a forma di ferro di cavallo e le balconate per far passeggiare i degenti, con oltre 2mila posti letto e una cucina da 1.800 metri quadri interamente maiolicata, oltre a due teatri, un cinema, campi di bocce e biliardi, cantine per il vino, un canile e un immenso e bellissimo parco da 12 ettari che tra Ginkgo Biloba e rare specie di palma che - dicevano le cronache dell'epoca- «imbalsamano l'aria». In tutto, 280mila metri quadri, dei quali 130mila coperti.

Dal 2015, come detto, è di fatto tutto fermo: un paio d'anni fa sono spuntati degli operai che - tra la sorpresa della gente del quartiere - hanno installato filo spinato sul muro dell'ex nosocomio. Una difesa inutile, perché i senza tetto hanno continuato a farci la propria casa. Il tutto mentre pezzi di tetto crollavano, gli intonaci si scrostavano e l'immondizia cresceva a dismisura. «È una struttura abbandonata da troppo tempo - dice Natale Di Cola della segretaria regionale della Cisl che ultimamente l'ha visitata la struttura - Per risistemarla servono almeno 300 milioni di euro. Ma noi da tempo ci battiamo perché torni alla funzione originaria: alla sanità».

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