Le faide interne ai pentastellati e lo spettro del voto tra un anno

Le faide interne ai pentastellati e lo spettro del voto tra un anno
di Simone Canettieri
Giovedì 14 Maggio 2020, 00:46
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Dopo nemmeno quattro anni di governo della Capitale, si possono fare due conti: da ieri i romani che tecnicamente non sono governati dal M5S sfondano il tetto di 1 milione. Su una platea di 2,8. Per essere più chiari: più di un terzo dei municipi di Roma (e dei residenti) non è più sotto l'egida di una maggioranza grillina. 
Si arriva a questo dato con semplici addizioni: il I e II municipio furono conquistati già nel 2016 (anno della presa del Campidoglio da parte di Virginia Raggi), poi con il tempo sono caduti per faide interne il III e l'VIII (vinti dal centrosinistra alle successive elezioni municipali). E infine, sempre per beghe da comari, sotto il fuoco amico ci hanno lasciato i presidenti del municipio XI e IV (è di ieri quest'ultima notizia). Totale: 6 municipi su 15. E manca più di un anno alle prossime comunali. Dati che fanno riflettere sulla tenuta di 4 mini-giunte monocolore M5S saltate in aria come tappi di lambrusco. E soprattutto in quartieri popolari, lontani dal centro storico dove, si sa, regna da sempre il Pdz (partito della ztl). Di questo passo, non si sa come finirà. Vengono in soccorso le parole di Raggi appena eletta nel 2016: «Cambiamo tutto». Una minaccia o un auspicio? Nel dubbio, i suoi ex colonnelli la stanno prendendo alla lettera.
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