Cinghiali, istrici e un capriolo sui segnali stradali: Roma città della fauna selvatica

Cinghiali, istrici e un capriolo sui segnali stradali: Roma città della fauna selvatica
Cinghiali, istrici e un capriolo sui segnali stradali: Roma città della fauna selvatica
di Pietro Piovani
Lunedì 9 Novembre 2020, 00:24 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 17:58
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Di sera, nella città silenziosa, fra le strade spopolate - quelle strade dove un tempo c’erano auto ingorgate, bancarelle accampate e pedoni assembrati - lo sguardo cade su un cartello. Un segnale di pericolo, un triangolo rosso e al centro la silhouette di un capriolo che sta per spiccare un salto. Sarebbe un cartello come un altro, se ci trovassimo in mezzo ai boschi degli Appennini. Ma siamo a Roma, in via di Vigna Stelluti, circondati da palazzine anni Sessanta, e la sensazione di essere finiti in un episodio di “Black Mirror” si fa sempre più forte. Invece quel cartello - che per il codice della strada significa: “attenzione animali selvatici vaganti” - nella Roma di oggi ci sta tutto.

Nella Capitale d’Italia gli animali selvatici ormai non sono più ospiti occasionali, ma nostri vicini di casa.

Cinghiali che si avventurano nei giardini condominiali, volpi che mettono su famiglia nei parchi pubblici, istrici che passeggiano sui marciapiedi, fino all’alpaca che venti giorni fa brucava l’erba sul Lungotevere, trovandosi a suo agio al bordo della pista ciclabile come fossero le Ande peruviane. Secondo il naturalista Antonio Canu, la fauna urbana di Roma conta 5.200 diverse specie di insetti, 22 di pesci, 10 di anfibi, 121 di uccelli e 39 di mammiferi. Da quando noi ci siamo chiusi negli appartamenti, loro non ci incontrano più. Chissà se gli manchiamo.

pietro.piovani@ilmessaggero.it

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