Roma, madre e figlia morte in casa a San Basilio: si indaga per omicidio

La Procura di Roma ha disposto le autopsie per capire le cause dei decessi

Roma, madre e figlia morte in casa a San Basilio: si indaga per omicidio
Roma, madre e figlia morte in casa a San Basilio: si indaga per omicidio
di Valeria Di Corrado e Alessia Marani
Mercoledì 4 Gennaio 2023, 00:08
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Giallo sulla morte di due donne, madre e figlia, a San Basilio. Quando i vigili del fuoco sono entrati nella notte tra lunedì e martedì nell’appartamento al terzo piano di via Fabriano 31, nei lotti popolari, hanno trovato i due cadaveri riversi sul pavimento della cucina. Non avevano ferite evidenti sui corpi, né la polizia scientifica ha trovato successivamente segni di effrazione, impronte di estranei o disordine in casa da destare particolari sospetti o che possano fare ritenere che siano entrati degli estranei. Ma allora come è possibile che entrambe siano spirate nello stesso momento? Insomma, sulle cause dei due decessi è mistero. La Procura di Roma, ieri, ha aperto un fascicolo per duplice omicidio colposo e disposto le autopsie, che verranno eseguite al policlinico di Tor Vergata. Saranno le risultanze degli esami autoptici ad aiutar gli inquirenti a capire che cosa sia realmente successo. 

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L’ALLARME

Le vittime sono Carmela Aquilani, 90enne originaria di Rieti, e Augusta Grimandi, di 57 anni.

L’anziana era cardiopatica, mentre la figlia soffriva di una dipendenza da alcol e psicofarmaci; usciva raramente di casa, se non per fare la spesa al supermercato per lei e la mamma, soprattutto da quando il marito era morto, mancanza per cui aveva molto sofferto. Vivevano nello stesso palazzo: una al secondo piano e l’altra al terzo. A dare l’allarme sono state le due figlie ventenni della signora Grimandi che da tempo non abitavano più in zona. Francesca e Valentina non sentivano la madre e la nonna dal pomeriggio dell’ultimo dell’anno, l’ultima volta ad averle viste era stata Francesca proprio sabato scorso. Poi il silenzio rispetto ai loro tentativi di contattarle per sapere anche semplicemente come stavano, per scambiarsi gli auguri per il nuovo anno.

 

L’ALLARME

Visto che non rispondevano al telefono da ormai due giorni, le sorelle hanno, dunque, deciso di recarsi di persona a San Basilio nella tarda serata di lunedì. Hanno provato a suonare ai campanelli, a bussare a entrambe le porte, ma nulla. Nessuna risposta. Finché non hanno deciso di allertare il numero unico per le emergenze 112 che ha fatto arrivare sul posto i vigili del fuoco della squadra “6A”. Le ragazze, infatti, non avevano le chiavi delle due abitazioni. Così, intorno all’una di notte i pompieri hanno provato a entrare nell’appartamento al secondo piano: la porta era chiusa, ma senza mandate, e dentro non c’era nessuno. 
Poi hanno fatto irruzione nell’appartamento al piano di sopra - anche in questo caso non era chiuso a chiave dall’interno e non è stato necessario sfondare la porta, aperta con una lastra - e hanno trovato in cucina i cadaveri delle due donne riversi a terra. Sul tavolo c’erano i blister di alcuni farmaci. A indagare sono ora gli agenti del commissariato di San Basilio, intervenuti sul posto insieme alla polizia scientifica che ha effettuato un sopralluogo nel corso della nottata. Il pm Mario Dovinola ha affidato al medico legale di turno l’incarico di eseguire l’esame peritale sui corpi, chiedendo di stabilire le cause dei decessi e quale dei due sia avvenuto prima. 

LE IPOTESI

Non è da escludere che ci possa essere stata una fuga di gas nell’appartamento, che però non è stato posto sotto sequestro. Per esempio, le donne potrebbero essere morte a causa di esalazioni di monossido di carbonio, anche se non è stata trovata nell’appartamento una stufa. L’altra ipotesi è che Augusta Grimandi sia morta per prima, a causa di un malore o di altro, e la madre 90enne, vedendo la figlia di 57 anni riversa per terra, possa avere avuto un attacco di cuore fatale per lei che era appunto cardiopatica. Insomma, bisognerà attendere l’autopsia per avere altre indicazioni utili alle indagini. Nel frattempo, le chiavi dell’appartamento al terzo piano sono state affidate alle due parenti delle vittime, le quali hanno prelevato dalle abitazioni effetti personali e oggetti di valore, anche per evitare furti o raid dei professionisti delle occupazioni nelle case popolari.
 

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