Medici, ecco l'allarme: «Sanità dimenticata dai politici al voto»

La denuncia del professor Cognetti e del forum delle Società Scientifiche: «Nessuno si preoccupa delle criticità del sistema»

L'allarme dei medici: «Sanità dimenticata dai politici al voto»
L'allarme dei medici: «Sanità dimenticata dai politici al voto»
di Fernando Maria Magliaro
Giovedì 15 Settembre 2022, 08:07 - Ultimo agg. 16:10
2 Minuti di Lettura

Passata la immensa difficoltà del Covid, con ospedali pieni; terapie intensive al collasso; medici, infermieri e paramedici spremuti in turni massacranti, la sanità «è scomparsa dal dibattito pubblico, dai programmi dei partiti e, persino, dalle interviste giornalistiche». La denuncia arriva dal Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri e Universitari Italiani (FoSSC). Spiega Francesco Cognetti, oncologo, professore all'Università UniCamillus e coordinatore del Forum: «In qualche programma dei partiti ci sono accenni. Ma poco altro».
I PROBLEMI
I medici specialisti ospedalieri sono circa 130mila, 60mila in meno della Germania e 43mila in meno della Francia. L'emorragia dei camici bianchi riguarda anche i medici di medicina generale: sono pochi, circa 40.700, ma ogni anno 3000 vanno in pensione ed è previsto che, a breve, l'esodo sarà ancora maggiore. Non solo. In Italia operano oggi circa 13.000 pediatri, ma in tutto il Paese si registrano carenze anche per la rigida distinzione tra le attività territoriali ed ospedaliere e la mancanza di una adeguata interazione e integrazione tra loro.

Quarta dose, Locatelli: «L'estate non rallenti la vaccinazione, piangiamo oltre 100 morti al giorno»

«La disponibilità di letti per numero di abitanti colloca l'Italia al ventiduesimo posto in Europa e la capacità di utilizzarli è del tutto insufficiente denuncia ancora Cognetti - Gli ospedali sono stati accorpati, i reparti e i servizi di diagnosi sono stati ridotti e depotenziati. E il definanziamento della Sanità, in dieci anni, ha raggiunto i 37 miliardi di euro. Con gli altri Paesi Europei che presentano percentuali rispetto al Pil di 3-4 punti superiori. La spesa per la sanità è cresciuta del 3% nel 2022 rispetto al 2021. Ma queste risorse sono tutte state impiegate per fronteggiare la pandemia che tra l'altro ha prodotto nel nostro Paese livelli di mortalità tra i più elevati in Europa. Il Def per il triennio 2023-2025 programmato ad aprile prevede di nuovo una decrescita dello 0,6% annuo, a fronte di un atteso consistente aumento del Pil nominale. Nei programmi elettorali vi sono riferimenti alla riorganizzazione della Sanità territoriale, al potenziamento dell'organico degli operatori sanitari e al superamento delle liste di attesa. Mancano, però, proposte concrete e, soprattutto, progetti strutturati di riforma che rispondano a una logica di sistema».
Il Forum - 30 società scientifiche riunite - negli ultimi mesi ha chiesto la completa revisione dei parametri organizzativi degli ospedali: il numero di posti letto di degenza ordinaria deve crescere ben oltre i 350 per 100.000 abitanti odierni fino a raggiungere almeno la media europea di 500. Anche il numero di posti letto di terapia intensiva deve superare i 14 per arrivare almeno a 20-25 ogni 100.000 abitanti.
«La sanità è gravemente malata. Come Forum - conclude Cognetti - abbiamo prodotto analisi e proposte che, però, non troviamo nei programmi dei partiti né tantomeno di iniziative del governo degli ultimi mesi».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA