Si fingeva invalido di guerra per ricevere centinaia di farmaci gratis, alcuni dei quali usati per curare le disfunzioni erettili, come il Cialis e il Viagra. La disabilità, però, era un bluff e la firma del medico sulle ricette la metteva lui. L.C., 64anni, è accusato di aver truffato la Asl Roma 1 per circa 36.432 euro. La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio dell'anziano, difeso dall'avvocato Gabriele Germano, accusato di truffa e falsità materiale per aver contraffatto 591 prescrizioni farmaceutiche nell'arco di sei anni. L'udienza preliminare si svolgerà a novembre.
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I FATTI
Ogni volta che si presentava nella farmacia di fiducia in via Alessandria, a pochi passi da Porta Pia, aveva una ricetta diversa ma due cose non cambiavano mai: il codice di invalidità militare e la firma della stessa dottoressa, un medico pediatra della Asl Roma 1.
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LA DENUNCIA DELLA PEDIATRA
Il medico, convinta di essere stata truffata, si è recata presso la stazione dei carabinieri di Talenti per sporgere denuncia. «Le ricette le stampo dal computer e non le scrivo a mano», ha riferito ai militari. Poi ha specificato di conoscere l'uomo perché è il padre di tre sue pazienti: «Non le vedo dal 2014 circa, ultimo periodo in cui si sono recate nel mio studio. Mi sembra di ricordare che in alcune occasioni recenti ho prescritto delle impegnative per le bambine che mi sono state richieste per via telefonica».
IL COMPLICE
Per il 64enne, dunque, che come dichiarato dalla pediatra non si presentava in studio da diverso tempo, sarebbe stato impossibile munirsi del ricettario e dei timbri se non con l'aiuto di un complice all'interno. Le chiavi dello studio, come rivelato dalla dottoressa in sede di denuncia, erano in possesso degli addetti delle pulizie, di un'inserviente e della segretaria. L'ipotesi è che sia stata proprio lei ad aiutare l'indagato ad ottenere le ricette e apporre il timbro. Un'accusa che non potrà essere verificata poiché la donna è deceduta nel 2015.
Per avviare le indagini, condotte dai militari del nucleo di polizia-economica finanziaria di Roma, sono bastate sette ricette del 2018. I farmaci, come emerso dall'attività di verifica, sarebbero stati acquistati dall'uomo anche con prescrizioni ufficiali del suo medico di base. Ora il pubblico ministero Francesco Cascini ha chiesto il suo rinvio a giudizio con l'accusa di truffa e falsità materiale. A costituirsi parte civile la Asl Roma 1, che chiede il risarcimento dei danni materiali, pari a 36mila euro, e quelli morali: «Abbiamo subito un danno d'immagine».