Un po' abbiamo fatto finta fosse piacevole, finire settembre, passare ottobre e iniziare novembre con le maniche corte, il sole a spaccare le strade, non saper scegliere se mangiar un gelato, cominciare col panettone, fare il cambio di stagione o un bagno a mare, magari tutt'e quattro. E un po' ne abbiamo avuto paura: tutto questo caldo, è da maggio che non tira un filo d'aria vero e proprio, il cambiamento climatico, la frutta di stagione insieme alla fioritura dei gelsomini, con l'armamentario di calabroni, moscerini e gente quanta gente, napoletani e turisti ad affollare festante i tavolini all'aperto, far di tutta la città e soprattutto di quelle poche aree pedonali, un'immensa sagra di cibarie a buon mercato. L'abbiamo attesa lungamente per più di un mese, la frescura autunnale.
Di tempo ne abbiamo avuto, di avvisaglie e allerte anche, eppure eccoci qua. Siamo davvero condannati a dirci sempre le stesse cose ogni anno, scattare foto, leggere gli avvisi della Protezione Civile, fare la battuta topica a Napoli quando piove si aprono più strade che ombrelli , sciamare È malacqua!, citare Malacqua e rimandare impegni, spostare appuntamenti? Forse. Ma piove, piove e nessuno protesterà.