Napoli, l'insostenibile leggerezza dell'ammuina

Il problema, al di là dei rilevamenti, resta ed è culturale: l'ammuina a Napoli è sinonimo di vita

Scene di movida napoletana
Scene di movida napoletana
di Raffaella R. Ferré
Domenica 29 Gennaio 2023, 08:00
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Vicini che dire chiassosi è un eufemismo, pare si stiano esercitando per entrare a far parte di una compagnia di tarantella e sceneggiata. La movida, nome moderno del bordello serale, differente da quello diurno perché chi schiamazza sta seduto o fermo, e beve e mangia nel mentre. Il traffico, macchine e motorini che, potessero, passerebbero nel tuo soggiorno parcheggiando sul tuo balcone. E il continuo fravecare e sfravecare, il rifacimento di un'abitazione, lo smantellamento di un negozio, l'apertura di un altro, il rattoppo di una strada, il rappezzo di una facciata.

Nel 2015, uno studio Gfk Eurisko ci proclamò capitale europea del rumore; a fine 2022, il Comune ha diffuso la mappatura acustica strategica che sembra confermare il podio.

Ma il problema, al di là dei rilevamenti, resta ed è culturale: l'ammuina a Napoli è sinonimo di vita; a lamentarsene si rischia di risultare sconnessi dall'anima verace, e non sia mai! Così, nella morra sonora napoletana, l'esistenza che produce frastuono e fretta schiaccia quella che cerca, invece, un po' di calma e riflessione. Viene da chiedersi perché i luoghi di cultura e di studio napoletani, non si facciano oggi anche luoghi di silenzio, prevedendo uno spazio a sua tutela, facilmente accessibile a chi, per ragioni di studio, ricerca o scrittura, ne ha bisogno. Nella città in cui si continua a fare molto rumore per tutto, la vera utopia e, insieme, il vero lusso, sono un paio di ore senza strepiti. 

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