Non lavoriamo per il Comune, la Regione o altri ente. Non abbiamo accordi o interessi diretti. Quando entriamo in servizio, lo facciamo senza che ce ne venga qualcosa, forse un grazie. Siamo disponibili a chiamata, ma spesso non serve nemmeno: gli occhi intercettano, le orecchie captano, e interveniamo. Più che un nostro dovere, è una personal skill: siamo gentili (ma non è solo cortesia), siamo competenti (ma è una preparazione comune a molti), e soprattutto parliamo inglese o francese o spagnolo o tedesco o tutte queste lingue insieme o altre ancora, e traduciamo, all'uopo, le necessarie informazioni al turista sperduto o confuso. Siamo il pezzo di città su cui la città stessa fa conto, non menzionato da guide, non gratificato da personalità, non specificato da tesserini.
Il nostro ufficio? Strade e piazze napoletane assolate. Supereroi per mezzo secondo davanti a infopoint e biglietterie chiuse, caos di stazioni, fermate di bus non più in funzione, vicoli bui, assi viari a rischio scippo, metro e funicolari chiuse troppo presto di sera. Tanti nostri concittadini sono maestri d'arte gestuale mista ad arte dell'arrangiarsi, dicono a tutti senza dire una parola davvero comprensibile. Ma quando aiutiamo il turista di passaggio parlando una lingua che capisce, diventiamo indispensabili per una città che non capisce noi.