Ex voto, l'isola dove si scaricano i barili

Le frane non se le intesta nessuno, la colpa è sempre degli altri

I primi soccorsi sull'isola di Ischia
I primi soccorsi sull'isola di Ischia
di Vittorio Del Tufo
Sabato 3 Dicembre 2022, 12:00
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Ischia e le lacrime del giorno dopo 

Le frane non se le intesta nessuno, la colpa è sempre degli altri. Al capezzale di Casamicciola tutti dotti, medici e sapienti, come nella canzone di Bennato. Tutti sapevano, nessuno ha mosso un dito, mentre la terra lanciava segnali di morte. Lì non dovevano esserci abitazioni, e invece c'erano. Le frane non se le intesta nessuno e nemmeno il fallimento - totale - delle politiche di prevenzione. O i condoni acchiappa-voti, ovvero lo scudo dietro il quale l'abusivismo, nell'isola, dilaga indisturbato da decenni.

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Occhi aperti sulla città che frana  

Aprire gli occhi per tempo. Una frase abusata, certo. Ma resta un imperativo categorico, in una terra fragile come la nostra. Così bene ha fatto il sindaco Manfredi a ribadire la necessità di intervenire, con opere di manutenzione e piani di prevenzione, nelle due zone della città dove il rischio idrogeologico è più alto: lo Scudillo e Pianura. Finora si è fatto poco. Come si è poco a Posillipo, l'altro fronte caldo della città che frana. 

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Patto per Napoli, serve una scossa

C'era una volta il Patto per Napoli. Ma soprattutto, c'erano gli impegni messi in campo da Palazzo San Giacomo come contropartita per ottenere i finanziamenti promessi dal precedente governo: giro di vite sulle Partecipate, stretta sulla riscossione delle multe, valorizzazione del patrimonio immobiliare.

Stiamo ancora aspettando. E temiamo che come noi stia aspettando il nuovo governo. 

«Se mi pento uccidi mia sorella»

«Io e Mario Minichini (famiglia appartenente al cartello criminale di Napoli est, ndr) abbiamo fatto un patto di sangue. Se mi fossi pentito io, egli avrebbe ucciso mia sorella... se si fosse pentito lui, io gli avrei ucciso la sorella». Ponticelli, Napoli, Europa. Lampi di Medioevo, un tragico ammasso di passato che sbarra il passo al futuro che meritiamo. 

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Pizzofalcone e il peso dello Stato

La Stato, quando vuole, c'è. E fa sentire il peso della propria autorevolezza. Martedì scorso, entrando nel palazzo della camorra di via Egiziaca a Pizzofalcone per sgomberare le famiglie che lo occupavano abusivamente da mesi, lo Stato ha voluto lanciare innanzitutto un messaggio ai legittimi assegnatari cacciati via con la forza: non siete soli, le vostre denunce non sono rimaste lettera morta. Ora però ci aspettiamo continuità nell'operazione di ripristino della legalità. Servono graduatorie trasparenti e un Comune in grado di farle rispettare. Perché la risposta agli abusi, e ai soprusi, non può essere solo un affare di polizia e carabinieri. 

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