Corni, amuleti
e il palazzo dello iettatore

Corni, amuleti e il palazzo dello iettatore
di Andrea Ruberto con Marco Perillo
Domenica 17 Febbraio 2019, 08:30 - Ultimo agg. 15 Aprile, 09:41
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Aglio e fravaglio, fattura ca nun quaglia, corna, bicorna, cape e' alice e cape d’aglio! La storica filastrocca contro il malocchio, recitata dal grande Peppino De Filippo nei panni di Pappagone, ci racconta un’antica tradizione napoletana, quella della superstizione. Dall’alba dei tempi il popolo partenopeo non ha fatto segreto della propria scaramanzia, coniando amuleti di ogni forma e dimensione per scacciare le fatture. Dai cornicielli alle grandi corna, dai gobbetti ai pulcinella appuntiti, Napoli vanta una vasta gamma di protezioni contro gli “iettatori”. E la storia ci racconta di un menagramo in particolare che abitò le vie del centro storico della nostra città.

Nel palazzo Carafa Della Spina visse Cesare della Valle, un nobiluomo dall’aspetto inquietante, con naso aquilino, orecchie a punta e occhi sporgenti. La sua vita, e quella di chi gli stava attorno, fu perseguitata dalla sfortuna. Sua madre morì nel darlo alla luce. La tutrice perse il latte dopo la prima poppata. Nel suo primo giorno di suola tutti i compagni furono presi da una crisi di tosse convulsa. E crescendo la sua malasorte si intrecciò con la storia della città, presenziando alla cacciata dei borboni da Napoli e al terribile incendio che devastò il Teatro San Carlo. Ma, in barba agli eventi nefasti che lo accompagnarono nel corso degli anni, riuscì ad ottenere in vecchiaia una grande fortuna… Vi raccontiamo la sua storia in questo episodio di Segreti Napoletani.
 


 
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