Segreti napoletani: San Severino e la maledizione della contessa

Segreti napoletani: San Severino e la maledizione della contessa
di Andrea Ruberto con Marco Perillo
Domenica 28 Aprile 2019, 08:00 - Ultimo agg. 19 Maggio, 18:43
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La Chiesa dei Santi Severino e Sossio, in via Bartolomeo Capasso, conserva un’antica maledizione legata ad una terribile tragedia del 500. Questo luogo sacro ha origini antichissime. I frati benedettini giunsero qui da Castel dell’Ovo, dove c’era un primo monastero, portando con sé le ossa di San Severino, vescovo della Pannonia. Successivamente fu aggiunto il nome di Sossio perché a Miseno, durante alcuni scavi in cui furono trovati dei materiali con cui fu costruita questa chiesa, furono scoperte le ossa di Sossio, cugino di San Gennaro martirizzato con lui alla solfatara.

Quella conservata dalla cappella sul fondo della chiesa è una delle storie più inquietanti del 500 napoletano. È la storia di Sigismondo, Ascanio e Giacomo Sanseverino, rampolli di una delle famiglie più illustri del secolo. I tre ragazzi, ancora adolescenti, furono assassinati dal malvagio zio Ugo, bramoso di impossessarsi delle loro terre in Basilicata. Per compiere il proprio piano, l’uomo portò i giovani in una battuta di caccia e gli diede da bere del vino avvelenato. Dopo quattro giorni di tormenti i tre ragazzini si spinsero per la disperazione della madre Ippolita De Monti. La madre, nonostante i tanti sforzi, non riuscì mai ad avere giustizia in vita. Leggenda vuole che la donna lanciò una maledizione terribile contro la famiglia Sanseverino le cui conseguenze furono nefaste...
 
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