Storie napoletane: le meraviglie incantate del Real Bosco di Capodimonte

Storie napoletane: le meraviglie incantate del Real Bosco di Capodimonte
di Sergio Siano
Giovedì 12 Novembre 2020, 11:00 - Ultimo agg. 15:29
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Per questo secondo appuntamento, “Storie napoletane” vi porta in uno dei luoghi più incantati e magici di Napoli: il Real Bosco di Capodimonte: proprio per le sue “meraviglie” e con i suoi 134 ettari di terreno con oltre 400 specie vegetali impiantate nell’arco di due secoli, è stato dichiarato nel 2014 “bosco più bello d’Italia”.

 

Una passeggiata con l’avvocato e scrittrice, Argia Di Donato, nel parco originariamente riserva di caccia reale, fu progettato dall’architetto reale Ferdinando San Felice nella prima metà dell’800, che concepì il sito su due livelli: da un lato giardino e dall’altro bosco. Oggi il parco si divide in quattro aree di interesse, il Giardino paesaggistico che circonda il Museo Nazionale di Capodimonte ubicato nella Reggia e che si apre al Belvedere con vista mozzafiato sul golfo partenopeo, il Giardino anglo-cinese, il Giardino paesaggistico - pastorale dove trovano sede alcuni degli edifici storici più importanti, come la Fabbrica della Porcellana e la Chiesa di San Gennaro, e il Giardino tardo-barocco, l’antico ingresso al bosco.

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È bello perdersi lungo i viali del bosco e subire il fascino dell’incanto della natura, c’è chi racconta che al suo interno si nascondano fate e folletti. Il parco è frequentato da molti sportivi perché fra i viali si trovano diverse strutture per le attività ginniche. Ogni luogo incantato porta con sé una leggenda, la più celebre legata al Bosco è senza dubbio quella che racconta della Grotta di Maria Cristina, un’antica cava di tufo dove la regina Maria Cristina di Savoia, moglie di Re Ferdinando di Borbone, si recava di sovente per pregare affinché potesse darle la gioia di un erede al trono.

La Reginella Santa, così chiamata dal popolo per la sua benevolenza nei confronti degli umili fu esaudita con la nascita di Francesco, che fu l’ultimo re di Napoli. Ma c’è anche chi racconta che, al contrario, la regina fosse una donna avida e lussuriosa, addirittura avvezza a portare all’interno della grotta i suoi innumerevoli amanti per giacere con loro per poi farli uccidere per togliere qualsiasi traccia dei suoi tradimenti. Una leggenda dalla doppia faccia che però nella sua parte più oscura sembra tradirsi dato che nel 2014 la regina fu beatificata, proprio per le sue virtù e la sua estrema generosità. 

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