Più di 80 piantine di marijuana in casa,
condannato a 2 anni e 4 mesi

Più di 80 piantine di marijuana in casa, condannato a 2 anni e 4 mesi
di Nicola Sorrentino
Giovedì 14 Luglio 2022, 14:11
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SARNO. Droga nei locali di sua proprietà, condanna definitiva a 2 anni e 4 mesi di reclusione per un 43enne di Sarno, con il rigetto del ricorso in Cassazione dopo i giudizi in primo e secondo grado. Le motivazioni sono state depositate, rendendo la pena esecutiva. L'uomo fu trovato con 5 buste in cellophane con dentro 187 grammi di marijuana. Presso un fondo di sua proprietà, c'erano inoltre 15 piante alte circa un metro, 61 di marijuana dentro vasetti e altre 12 poste in essicazione dal peso di 216 grammi. La scoperta fu fatta dai carabinieri, durante un controllo sul territorio per il contrasto ai fenomeni di spaccio e vendita di droga.

La difesa aveva sottolineato come l'uomo fosse un coltivatore modesto di cannabis sativa, senza alcuna filiera legata al commercio e alla vendita. Così ha motivato l'inammissibilità la Cassazione: «Per dimostrare l'assenza delle finalità lecite della coltivazione, i giudici del merito hanno dato rilievo, a parte gli indici di sospetto, quali l'aver tentato la fuga di fronte ai militari operanti e la presenze di condanne nel certificato penale, che non hanno assunto valenza probatoria, al rinvenimento di una considerevole somma di denaro in banconote di piccolo taglio e alla percentuale di THC superiore allo 0,6%, in un contesto nel quale l'avere acquistato le sementi da Assocanapa e l'aver informato i carabinieri erano meramente prodromici ad una coltivazione legale, tenuto conto che anche l'esperto contattato dalla difesa, aveva dichiarato di non avere effettuato alcun sopraluogo sul fondo.

Infine, il quantitativo di sostanza stupefacente era ricavabile dalle piante, il cui THC era superiore allo 0,6%, consentiva di ricavare oltre diecimila dosi, elemento che rivelava la finalità di cessione di cui all'articolo 73».

Ragion per cui, «la sentenza impugnata, pur rilevando che l'imputato aveva acquistato da Assocanapa le sementi, aveva informato i carabinieri e dato incarico ad un tecnico per il controllo sulla coltivazione, ha argomentato che tali circostanze erano meramente prodromiche ad avviare una coltivazione lecita, ma che non conducevano a dimostrare che la coltivazione in atto (sia nel fondo che nei vasi) fosse per fini leciti. Peraltro, osserva, il Collegio, come la stessa modalità della coltivazione, parte della quale in "vasi", è indice rivelatore di un'attività di coltivazione estranea alle finalità della legge ed è quindi illecita. Oltre tutto, si deve considerare che l'imputato deteneva anche infiorescenze essiccate, steli per un peso di grammi 216, e che, come si è già detto, la clausola di non punibilità è strettamente correlata al lecito impianto della coltura di varietà consentite, con sementi certificate, ed è limitata alla sola figura del coltivatore e non si estende ai prodotti derivati».

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