PAGANI. Droga a domicilio, ma anche prostituzione. Anche la Cassazione - nel respingere una serie di ricorsi - ha riconosciuto l'esistenza a Pagani di «una struttura organizzata, sia pur in modo rudimentale» dedita al traffico di droga. I giudici hanno condiviso totalmente i motivi del Riesame, chiamato in causa per le esigenze cautelari di circa 17 imputati, ora finiti a giudizio su decisione della Procura Antimafia: «Le fonti di prova sviscerate dal Gip - si legge - e accuratamente descritte nell'informativa conclusiva dei carabinieri di Nocera Inferiore e negli atti ad essa allegati non lasciano margini di dubbio circa l'esistenza di un gruppo di soggetti, organizzato e strutturato, dedito al traffico di sostanza stupefacente del tipo cocaina nel territorio dei comuni dell'Agro Nocerino-Sarnese». Soprattutto dalle conversazioni intercettate, si legge nella pronuncia, si certifica la "presenza di un programma criminoso, che accomunava l'agire di tutti gli indagati con una struttura organizzata sia pur in modo rudimentale".
Il ruolo predominante lo avrebbero rivestito C.P.
Regge, così, l'articolo 74, l'associazione finalizzata allo spaccio, pur con i ricorsi delle difese. «E' sufficiente - spiega la Cassazione - l'esistenza di una struttura, anche rudimentale, desumibile dalla predisposizione di mezzi e dalla suddivisione dei ruoli, per il perseguimento del fine comune, idonea a costituire un supporto stabile e duraturo alla realizzazione delle singole attività delittuose». I pusher venivano riforniti di droga, i quali a loro volta veicolavan la droga ad altri per lo spaccio al minuto. L'indagine era partita il 17 luglio del 2019, a seguito di alcuni spari esplosi contro l'auto di un pregiudicato di Nocera, anch'egli impegnato in attività di spaccio ma non riconducibile all'attuale inchiesta. L'inchiesta svelò come alcune donne, coinvolte nel giro di spaccio, si prostituissero con diversi clienti, ai quali vendevano a loro volta la droga del "sistema".