Assolto perché il fatto non sussiste. Dopo sette anni dall'aver ricevuto un avviso di garanzia con la contestuale perquisizione dello studio professionale, è finito l'incubo per uno psichiatra accusato di aver abusato sessualmente di una paziente approfittando dello stato di sudditanza della donna. La sentenza è stata emessa dai giudici della prima sezione penale (presidente Montefusco) che non hanno accolto la richiesta di condanna a 9 anni formulata dal pm Elena Guarino nei confronti del professionista salernitano. Molto conosciuto in città, il medico (difeso dagli avvocati Silverio Sica ed Alba D'Antonio) si era sempre difeso dalle accuse, affermando di aver avuto una relazione consenziente con la donna 52enne, a sua volta moglie di un medico suo amico. E a dimostrazione della relazione tra i due, lo psichiatra esibì anche alcuni messaggi telefonici che i due amanti si erano scambiati.
La vicenda ebbe grande eco a Salerno quando, nel 2015, fu notificato l'avviso di garanzia al medico e disposta una perquisizione presso lo studio professionale alla ricerca di conferme alla testimonianza della donna che, secondo il suo racconto, in un primo momento sarebbe stata succube dello psichiatra e solo in seguito avrebbe compreso ciò che stava accadendo denunciando gli abusi sessuali avvenuti a margine delle sedute di psicoterapia (i fatti contestati, e cioè gli atti sessuali consistenti nella manipolazione dei genitali e in rapporti intimi sia completi che orali come si legge nel capo d'imputazione, secondo le accuse erano avvenuti da settembre a dicembre 2014, anche se la donna era stata in cura dal medico sin dal 2010 per problemi di depressione). In un primo momento fu il marito della donna a fare una denuncia, presso il Consiglio dell'Ordine dei medici di Salerno, sul comportamento tenuto dallo psichiatra.