«Anni di bugie». Apre così la conferenza stampa romana la deputata Cinquestelle Stefania Ascari per illustrare la relazione della commissione Antimafia sull’omicidio Vassallo. Presenti anche il fratello deputato del sindaco ucciso, Dario Vassallo, e Vincenzo Iurillo giornalista de Il Fatto quotidiano e coautore del libro La verità negata. Chi ha ucciso Angelo Vassallo, il sindaco pescatore. A sorpresa interviene anche il presidente del M5S Giuseppe Conte che definisce l’intera storia «una vicenda che non ha confini, non è una vicenda meridionale o campana, è una vicenda nazionale che deve portarci a riflettere perché non si verifichino più queste condizioni. Non dobbiamo avere dei sindaci eroi, dobbiamo avere rappresentanti delle istituzionali sostenuti da tutti, dalla comunità cittadina e da tutte le altre istituzioni, e che ci sia costante attenzione. Perché isolati si diventa più vulnerabili di fronte alla malavita organizzata ma tutti insieme si può contrastare questa gramigna pervasiva che ci sottrae energie e ci degrada sul piano morale». Dario Vassallo, invece, ricorda come, oltre all’omicidio ci siano altri reati cosiddetti minori ma che non sono «di poco conto quando viene ucciso un uomo dello Stato». Reati come depistaggio, favoreggiamento, falsa testimonianza «che rischiano la prescrizione» e per i quali tutte le forze politiche devono impegnarsi affinché non siano prescritti «facendo una nuova legge». Sa che potrebbe esser una cosa difficile redigere una nuova legge ma, «in questi anni abbiamo fatto cose impossibili».
Di qui la richiesta del fratello della vittima di istituire una nuova commissione ricordando come «quando è venuto a Pollica, il comitato non è stato ricevuto da nessun sindaco. Unici presenti il sindaco di Roscigno Pino Palmieri e la consigliera comunale di Agropoli Gisella Botticchio. Su 87 sindaci dell’area Cilento, nessuno era presente. Non si può accettare questo. Non si può tollerare che una procura di Vallo della Lucania accetti le denunce contro di me e non si sa nulla invece delle mie querele sul malaffare». Il giornalista Vincenzo Iurillo ha invece ricordato i tanti enigmi di questa storia che, tra l’altro, vede indagati tre carabinieri, a partire dalla partita di calcetto che si sta giocando nei pressi del luogo dove è avvenuto l’omicidio: nove colpi di pistola che nessuno ha sentito. «I giocatori sono passati davanti all’auto con Vassallo morto e nessuno si è accorto di nulla: i primi soccorsi sono stati richiesti all’una e 45: cinque ore dopo. In cinque ore glia assassini possono esser e andati ovunque».
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