Accusato di abusi sessuali sul cugino:
viene assolto dopo 11 anni

Accusato di abusi sessuali sul cugino: viene assolto dopo 11 anni
di Nicola Sorrentino
Lunedì 14 Marzo 2022, 06:20 - Ultimo agg. 07:24
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Nessuna prova, e il denunciante ritenuto non credibile. E quindi, non attendibile. È stato assolto dall’accusa di abusi sessuali, commessi secondo l’indagine originaria verso il proprio cugino, un 37enne di Scafati. In primo grado, l’uomo - difeso e assistito dal legale Antimo Castiello - era stato giudicato colpevole e condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione. Una sentenza giunta con il rito abbreviato. Una condanna solo per alcuni capi d’accusa, perché per altri era intervenuta la prescrizione. Il decorso del tempo aveva cancellato tutta un’altra serie di ipotesi, perché la denuncia della vittima era stata presentata quindici anni prima. 

L’indagine della Procura di Nocera Inferiore era invece partita il 15 dicembre del 2015, quando un ragazzo di Scafati, all’epoca 20enne, si recò dai carabinieri di Nocera Inferiore per denunciare suo cugino, più grande di 10 anni.

L’accusa, pesante, era di abusi sessuali, che lo stesso avrebbe subito dal parente più grande dal 1999 fino al 31 dicembre del 2007. Secondo la difesa, la vittima soffriva di schizofrenia paranoide e proprio nel momento in cui andava ad accusare il cugino, aveva interrotto la terapia farmacologica. L’inchiesta si era servita anche del contributo di ben tre perizie psichiatriche, che avevano riferito di una personalità psicotica bipolare e schizofrenica. Giunti in abbreviato, il gup del tribunale di Nocera Inferiore aveva deciso per la condanna per il reato più grave, 5 anni e 4 mesi di reclusione. Una delle accuse era finita in prescrizione, perché secondo la denuncia l’imputato avrebbe commesso violenze quando non era ancora maggiorenne. Poi proseguite quando lo stesso raggiunse la maggiore età. Il colloquio con i carabinieri la vittima lo aveva sostenuto quando anch’egli aveva raggiunto i 18 anni. L’inchiesta fu condotta dalle due procure, quella di Nocera e quella dei Minori a Salerno. Di mezzo anche un incidente probatorio. 

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«La fine di un vero e proprio incubo» aggiunge la difesa, con l’imputato che si era sempre professato innocente. La pubblica accusa aveva richiesto, invece, la conferma della pena in primo grado. La difesa aveva rimarcato, dal suo lato, contraddizioni e scarsa attendibilità del denunciante, giudicato come non attendibile. Ora l’attesa delle motivazioni, per comprendere il ragionamento dei giudici.

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