Arrestato e accusato di ‘ndrangheta,
assolto dalla Cassazione dopo sei anni

Arrestato e accusato di ‘ndrangheta, assolto dalla Cassazione dopo sei anni
di Pasquale Sorrentino
Martedì 20 Settembre 2022, 05:10 - Ultimo agg. 12:13
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Quattro anni e mezzo tra le carceri di Potenza e Paola, un anno ai domiciliari e, soprattutto, una pesante accusa: l’appartenenza a un’organizzazione criminale dedita allo spaccio nell’ambito di un’inchiesta legata alla ‘ndrangheta. Sei anni dopo, la verità: assolto e quindi innocente. «L’incubo è finito» dice il legale di Enzo Casale, l’avvocato Loreto Zozzaro. L’incubo è finito perché la Cassazione ha assolto il quarantenne di Sala Consilina per non aver commesso il fatto.

Gli “ermellini” hanno annullato la sentenza di appello - che condannava l’imprenditore salese - senza rinvio. Enzo Casale era finito in carcere ed era stato condannato nei primi due gradi di giudizio per associazione a delinquere nell’operazione Frontiera” che legava la ‘ndrangheta con il Vallo di Diano. È definitivamente prosciolto da ogni accusa. La vicenda risale al 2016 quando ci furono 51 arresti, arrivati al termine di due anni di indagini, partite nel mese di settembre del 2014 e coordinate da Nicola Gratteri, procuratore capo della Repubblica di Catanzaro. L’impulso era arrivato da un troncone dell’inchiesta sull’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo. In quella fase era stata avviata un’indagine finalizzata ad accertare l’operatività nel Cilento e nel Vallo di Diano di articolazioni della cosca Muto della cosentina Cetraro, ma nessuno aveva a che fare con l’omicidio Vassallo. Secondo l’accusa, il clan Muto aveva messo in piedi due attività criminose: spaccio di droga ed estorsioni nel Vallo di Diano. Per non aver accettato le imposizioni dei referenti locali del clan, un imprenditore del Vallo di Diano, aveva subito un attentato dinamitardo ai danni di un supermercato a Sant’Arsenio. Altri due salesi, tra loro Vito Gallo (pena di 26 anni e 8 mesi), erano stati condannati, un altro valdianese, Fabrizio Vitale, invece, era stato assolto.

Enzo Casale era stato condannato in primo e secondo grado a 6 anni e otto mesi (contro la richiesta della Procura che aveva richiesto 13 anni) in quanto - secondo l’accusa - aveva partecipato allo spaccio e alle attività illecite di Gallo. 

Tuttavia l’avvocato di Casale ha dimostrato che sia le intercettazioni che riguardavano il suo assistito, sia la presenza nell’auto di Gallo di Casale, erano solo casualità o legate al lavoro, lecito, di Casale e non all’associazione criminale. «Siamo soddisfatti ma è stato un incubo - spiega il legale - occorre una seria riflessione su come funziona il sistema per quanto concerne il reato di associazione e la custodia cautelare che a volte, riguardo in particolare ai reati associativi, si pone davvero ai limiti delle norme costituzionali. Procederemo per l’ingiusta detenzione, il mio assistito può tornare a vivere ma gli ridarà quanto ha perso». 

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