Acquedotto Medioevale di Salerno,
si parte con il restyling

Acquedotto Medioevale di Salerno, si parte con il restyling
di Rosanna Gentile
Martedì 1 Febbraio 2022, 06:05 - Ultimo agg. 15:51
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Entra nel vivo il progetto di riqualificazione dell’Acquedotto Medievale. Dopo la recente installazione del ponteggio, il restauro conservativo su cui, da un paio di anni, lavorano in coralità amministrazione comunale, Soprintendenza Abap di Salerno e Università degli Studi di Salerno, domani mattina inaugura una fase più squisitamente operativa. Uno step anticipato nelle settimane precedenti dal montaggio di un’impalcatura che fascia il bene architettonico di via Arce. «Fino ad ora abbiamo solo potuto intuire le criticità in cui versa il manufatto interessato da un’importante aggressione biologica, ora però lo saggeremo da vicino, ossia dall’alto del ponteggio installato da novembre sul quale, però, non eravamo ancora potuti salire per ragioni burocratiche finalmente risolte», commenta Rosa Fiorillo, docente medievalista Unisa e responsabile Dispac che salirà sul ponteggio con i colleghi del dipartimento di ingegneria civile, Luigi Petti e Salvatore Barba e con la soprintendente e archeologa Raffaella Bonaudo. 

«Il primo passo – sottolinea l’esperta - sarà la messa in sicurezza della struttura, poi ci concentreremo sulla pianificazione del lavoro di pulitura».

Operazione quest’ultima non facile, perché la vegetazione ruderale ha accelerato i processi di degrado fisico-chimico del monumento determinato in più punti il distacco della malta tra i conci e la perdita di scaglie e pietre di piccole dimensioni utilizzate nei rinzaffi. Pertanto «dobbiamo fissare una rete protettiva momentanea, operazione che richiederà del tempo e uno studio ulteriore perché bisogna capire come e dove ancorarla. Questo perché inserire degli ancoraggi potrebbe peggiorare la situazione, quindi è necessario procedere con estrema cautela e attenzione». Dopodiché si procederà a rimuovere dagli archi le fonti di degrado, provvedendo all’abbattimento di piante e arbusti e anche alla rimozione di inserti non originali. Un’operazione complessa proprio perché – come ci spiega la medievalista – «in alcuni punti le radici delle piante infestanti, cause stesse del degrado, sostengono le pietre laddove le malte non fissano più, quindi la pulitura deve andare di pari passo con un risanamento conservativo».  

 

I punti di particolare criticità del restauro consistono nella rimozione di precedenti interventi effettuati all’interno delle murature, nella pulizia e nella messa in sicurezza dello specus dell’acquedotto. Il restauro non solo prevede la tutela del monumento, ma anche della pubblica incolumità trattandosi di un’area centrale alla città di frequente passaggio. Un intervento necessario, quindi, che richiede una spesa stimata di seicento trenta mila euro, per la quale – su idea promossa dell’ex consigliera comunale Sara Petrone - è attiva una raccolta fondi sulla piattaforma ArtBonus che, però, ad oggi supera appena i 5mila euro di donazione. Ecco allora l’ennesima chiamata alla solidarietà ai mecenati della città: «È importante recuperare tutti insieme questo bene – esorta Fiorillo - perché rappresenta una Salerno fatta di antichi corsi d’acqua, fiumi e torrenti, che ha ancora tanto da svelare. È un monumento iconico per diversi motivi ed ora dobbiamo correre contro il tempo per salvarlo». Costruito verso il X secolo per la fornitura di acqua del monastero di San Benedetto l’acquedotto, con i suoi 650 metri, un’altezza massima dal suolo di 21 metri e monumentali cisterne, è solo una piccola porzione di un più complesso sistema di recupero e distribuzioni dei flussi di acqua che attraversavano la città. Racconta l’abilità ingegneristica che Salerno raggiunse nel medioevo e, allo stesso tempo, narra leggende misteriose e accattivanti che si intrecciano strettamente alla storiografia ufficiale locale. Ribattezzato in dialetto salernitano “Pont ro riavl”, l’acquedotto per le voci di popolo fu eretto in una sola notte del mago Pietro Barliario grazie alle forze oscure. Qui, sotto i suoi spettacolari archi, si dice che si incontrarono i quattro padri fondatori della Scuola Medica Salernitana. Un luogo, dunque, pieno di identità, fascino e bellezza che merita tutta l’attenzione che finalmente è riuscito ad afferrare.

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