Addio a Serena: ha commosso Salerno
con le foto degli «angeli del Ruggi»

Addio a Serena: ha commosso Salerno con le foto degli «angeli del Ruggi»
di Silvia De Cesare
Lunedì 26 Luglio 2021, 08:23 - Ultimo agg. 20:09
4 Minuti di Lettura

L'anno scorso raccontava e immortalava la sua grande passione diventata mestiere dal reparto di oncologia dell'ospedale di Salerno. La lotta personale da una parte e la sofferenza di tanti dall'altra in un album di quasi 100 foto. Oggi nessuno scatto: Serena Sammarco ha chiuso gli occhi per sempre e non può più zummare sulla vita. «Se fossi stata un cuoco avrei cucinato per tutti, ma sono una fotografa, e l'unica cosa che posso fare per ricompensare il grande lavoro di un reparto d'ospedale nel quale sono ricoverata è un album».

Aveva racchiuso quelle foto nella cartella Gli angeli col camice bianco, immagini a colori e in bianco e nero che racchiudevano corridoi, macchinari, medicinali, letti, uomini e donne senza capelli, mani che stringono un rosario, angoli di cielo dalla propria stanza di degenza, la moka sui fornelli, madonnine a cui rivolgersi a mani giunte e soprattutto loro, il personale medico in mascherina. Era aprile del 2020, piena prima era Covid-19: poco dopo tornava a casa e iniziava un nuovo percorso, sempre a braccetto con la malattia, purtroppo. Dopo dieci giorni di ricovero presso l'Unità operativa complessa di Oncologia medica universitaria dell'Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona diretta dal professore Stefano Pepe, doveva fare degli accertamenti prima di procedere con il terzo ciclo di chemio. «Ho pensato di raccontare il lavoro che fanno tutti gli operatori sanitari del reparto di oncologia - spiegò allora - lasciando parlare le mie immagini che ho raccolto con la mia fedele macchina fotografica». La fotografa in vespa, come in tanti la ricordano, lottava da tre anni contro il tumore, neanche l'operazione era bastata a debellarlo. Ma non per questo si era data per vinta. Allora non volle scattare per visibilità ma perché era l'unica cosa che potesse fare: fu un tentativo, cercò di esorcizzare la paura di tutti affidandosi alla sua unica grande passione: la fotografia. Quarantadue anni, più della metà trascorsi a scattare. Inizia all'età di quindici e da altrettanti aveva intrapreso il suo viaggio, da sola, come professionista.

Dopo aver immortalato la notte quando a Salerno c'era la Movida, è passata agli eventi, le cerimonie, i matrimoni.

Proprio l'anno scorso avrebbe dovuto inaugurare il suo nuovo studio in via Eugenio Caterina. Un altro ammirevole traguardo interrotto dalla malattia e dall'emergenza sanitaria. «Mi sto curando in periodo in cui non avrei potuto fare niente, chissà che anche da questa esperienza non ne venga fuori qualcosa di buono». E invece non è venuto fuori nulla se non il buio, per lei, per i familiari e per l'onda di amici che la amavano. Ultimamente aveva scelto di vivere la sua malattia in silenzio, tra le mura di casa, messa al tappeto da qualcosa che aveva tentato di sconfiggere ma che invece, rivenendo a galla, si era mostrato più forte.

Video

Gli amici più cari spesso le facevano capolino con una bussata di clacson, con delle buone polpette, con il desiderio di scattare ancora insieme l'ennesimo selfie. Ma lei era sempre più reticente, stanca, sofferente, nonostante avesse ancora la voglia di fare un sacco di cose. Non ce la faceva neanche a rispondere ai messaggi, ma quando anche tutte le forze le venivano a mancare, un cuore, no, quello non mancava mai, di qualunque colore. Arancione, giallo, rosso, era l'emoticon attraverso la quale continuava a comunicare con quanti l'amavano e hanno tentato in tutti i modi di darle forza. Indosseremo le sue shirt, le sue maglie, le sue felpe con il suo marchio a sinistra del pezzo per non dimenticarci mai di lei. I funerali oggi alle 17 nella chiesa di San Francesco. Ciao Serena, custode degli scatti più belli di Salerno con e senza i suoi protagonisti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA