Resta in carcere Nicola Francese, 31enne di Pagani, dietro decisione del Tribunale del Riesame che ha rigettato il ricorso della difesa. Quest’ultima, aveva sollevato diverse questioni sull’assenza di riscontri utili all’identificazione dell’indagato. Sullo sfondo c’è il tentato omicidio di Carmine Amoruso, noto come «o pentito», in virtù di un suo passato come collaboratore di giustizia. Stando alle accuse della Dda di Salerno, quel giorno Francese era con Rosario Giugliano di Poggiomarino, 60enne. Quest’ultimo aveva rinunciato di fare ricorso ai giudici del Tribunale della libertà. In attesa di leggere le motivazioni, anche il paganese resta dunque in carcere. I fatti risalgono al 13 aprile scorso, a San Marzano sul Sarno. Indagine condotta dai sostituti dell’Antimafia a Salerno, Marco Colamonici e Elena Guarino.
La vittima era uscita da pochi mesi dal piano di protezione. Giugliano e i suoi alleati, secondo un’inchiesta più ampia condotta dalla Procura di Napoli, avrebbe avuto interessi in attività imprenditoriali, ma anche nel riciclaggio di denaro, estorsioni e intestazioni fittizie di beni. La presenza di Amoruso in quel territorio fu percepita come un tentativo di riaffermare la propria presenza criminale. E così Giugliano, conosciuto come «o minorenne» per la sua militanza criminale nel clan Alfieri-Galasso, avrebbe deciso di ucciderlo. Il piano fu studiato in una mansarda a Pagani, in via De Gasperi. Un piano studiato - secondo le indagini - già da qualche mese, con riunioni e appostamenti per studiare la vittima e le sue abitudini.