Agropoli, evasione Iva sui carburanti
per 12 milioni di euro: 7 indagati

Agropoli, evasione Iva sui carburanti per 12 milioni di euro: 7 indagati
Venerdì 19 Novembre 2021, 11:34 - Ultimo agg. 14:24
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Un avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato a 7 persone indagate dalla Procura di Vallo della Lucania in quanto ritenute responsabili a vario titolo di una frode fiscale transnazionale del valore di circa 12 milioni di euro. Gli accertamenti della Guardia di Finanza di Agropoli hanno interessato inizialmente il titolare di una società di commercio all'ingrosso di ecocombustibile, un uomo senza alcuna esperienza manageriale che, già dai riscontri preliminari, si è rivelato un mero prestanome. Come ricostruito dai finanzieri nel corso delle indagini, la ditta era di fatto gestita da due professionisti di Paduli (Benevento), che si avvalevano di tale «schermo» per effettuare gli acquisti di pellet da una fornitrice bulgara, in modo da rientrare nel regime di esenzione dell'Iva previsto per le operazioni intracomunitarie.

Agli stessi soggetti, un commercialista e un consulente del lavoro rappresentanti di altre due aziende, sono poi risultate riconducibili altre tre imprese, intestate sempre a «teste di legno».

Tra i titolari fittizi, figura anche un pluripregiudicato napoletano che, nel periodo di attività della società formalmente amministrata, era recluso in carcere. Si è così delineato lo schema della cosiddetta «frode carosello», in questo caso consistita nell'utilizzo di quattro imprese fantasma mediante le quali veniva fatto risultare l'acquisto del legname dall'estero e la successiva vendita. È stato scoperto che gli approvvigionamenti del prodotto avvenivano direttamente dalla Bulgaria, a un costo decisamente inferiore alla media di mercato.

Giunta in Italia, la merce poteva essere rivenduta a prezzi concorrenziali. Nel corso degli approfondimenti è emerso che una delle società cartiere aveva ricevuto circa 100mila euro di contributi «a fondo perduto», aiuti stanziati dal Governo per il sostegno delle imprese gravemente colpite dalla crisi post-pandemica, in assenza degli specifici requisiti, sfruttando false dichiarazioni che attestavano un considerevole calo del fatturato determinato dalla situazione di emergenza sanitaria. Le somme percepite erano state impiegate dagli indagati nell'acquisto dei beni più vari, tra cui un'auto di lusso, un calciobalilla, capi d'abbigliamento e prodotti elettronici. L'intervento dei militari ha consentito di recuperare quasi interamente gli importi erogati, sottoponendo a sequestro un veicolo del valore di circa 20mila euro e disponibilità finanziarie per circa 60mila euro. 

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