Alfieri nei guai per i colloqui
con gli «zingari» ai domiciliari

Alfieri nei guai per i colloqui con gli «zingari» ai domiciliari
di Petronilla Carillo
Mercoledì 15 Maggio 2019, 06:10 - Ultimo agg. 13:19
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Sarebbero alcune intercettazioni ambientali a trascinare nell’inchiesta sul voto di scambio ad Agropoli il sindaco Adamo Coppola. Lo stesso che a luglio scorso si recò negli uffici della caserma locale dei carabinieri a denunciare per violenza e intimidazioni i Marotta-Cerasulo. Nei documenti e nei supporti informatici sequestrati l’altro giorno dagli uomini della Dia, agli ordini del colonnello Giulio Pini, si cercano ora proprio delle conferme a quelle che sono le ipotesi investigative del sostituto procuratore dell’Antimafia Vincenzo Montemurro. Ci potrebbero essere promesse non mantenute, dunque, all’origine delle violenze messe in atto dal gruppo degli «zingari», come viene chiamato il cartello criminale in virtù delle proprie origini rom, e che hanno trasformato il primo cittadino di Agropoli da vittima ad indagato. 

Diversa la posizione di Alfieri le cui intercettazioni sono confluite già in un’altra inchiesta, la Faro, dalle quali emerge che l’attuale consigliere del governatore De Luca, all’epoca sindaco, intratteneva comunque colloqui con esponenti dei Marotta, anche con quelli ai domiciliari. Del resto, a carico di Alfieri, c’è anche una condanna della Corte dei Conti per non aver mai utilizzato i beni confiscati ai Marotta, in particolare le loro ville. I beni, già destinati al Comune dal 2003 ma abusivamente occupati, erano stati consegnati, con apposito verbale, dall’Agenzia del Demanio al Comune di Agropoli nel dicembre 2008, dopo che con l’intervento dei carabinieri si era provveduto a sgomberare da persone e cose gli immobili, e l’Ente da quella data veniva definitivamente immesso nel possesso dei medesimi, che avrebbero dovuto essere trascritti al proprio patrimonio indisponibile e quindi destinati a finalità sociali o a sede di uffici e servizi municipali. Tuttavia gli immobili venivano riportati nell’inventario dei beni immobili ad uso pubblico per destinazione solo nell’ottobre 2012, a seguito dell’intervento della polizia tributaria e dopo che a settembre 2012, si era accertato che gli stessi immobili, nonostante la materiale consegna al Comune, erano ancora occupati dagli stessi soggetti destinatari dei provvedimenti di confisca.

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