Allarme al Ruggi: boom di accessi, mancano sacche di sangue

Allarme al Ruggi: boom di accessi, mancano sacche di sangue
di Sabino Russo
Lunedì 10 Agosto 2015, 21:48 - Ultimo agg. 11 Agosto, 10:09
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SALERNO - Emergenza sangue al Ruggi. La soppressione del progetto di raccolta nei vari centri convenzionati e tra le associazioni di volontariato del territorio ha provocato un’anemia delle scorte, costringendo l’azienda ad acquistarlo fuori provincia. Contrarie le parti sociali, che puntano il dito contro l’aumento dei costi provocato da questa scelta, che a fronte di un peso annuo complessivo di 189mila euro del vecchio «Progetto sangue», che consentiva, contestualmente, anche di essere autosufficienti, oltre alla possibilità di vendita di alcuni emoderivati, da inizio anno sarebbero stati già spesi 180mila euro per l’acquisto delle sacche.

A rendere la situazione più difficile, poi, complice il periodo estivo, l’intensificazione delle attività ospedaliere, con l’aumentata richiesta per la maggiore presenza di turisti. Un problema, quello della mancanza di sangue, che a dire il vero non interessa solo il Ruggi e quasi tutti gli altri presidi dell’azienda sanitaria salernitana, ma un po’ tutta la regione. Compresa Salerno, dove, pur senza far mancare il necessario ai pazienti, si registrano difficoltà per l’approvvigionamento. «Con il Progetto sangue riuscivamo a portare a casa, ogni settimana, dalle 100 alle 120 sacche, non meno, comunque, di un minimo di 400 sacche al mese, che ci consentivano, cosa più importante, di essere autosufficienti – sottolinea Giuseppe Cicalese, delegato Rsu della Cisl –. Dalle stesse prendevamo albumina, piastrine, emoderivati, che prima potevamo vendere e oggi siamo costretti a comprare. Purtroppo si vuole risparmiare, tenendo gli occhi chiusi. Non possiamo che condannare la sospensione. Invece di andare a favore dell’azienda, ora, stiamo lavorando contro. Tanto è vero che oggi c’è carenza di sangue anche a Napoli».






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