Alunni indisciplinati contro i prof:
per punizione puliscono le aule

Alunni indisciplinati contro i prof: per punizione puliscono le aule
di Gianluca Sollazzo
Martedì 22 Maggio 2018, 06:10 - Ultimo agg. 06:18
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Chi sbaglia pulisce la scuola o aiuta a pitturare le aule. È la sanzione alternativa alla sospensione che è stata applicata in un istituto superiore del capoluogo. Intanto in poche settimane sale da 42 a 52 il numero degli allievi delle superiori sospesi a Salerno per gravi motivi disciplinari. Un trend allarmante, basti pensare che solo negli ultimi dieci giorni sono stati sospesi 3 studenti in diversi istituti tecnico-professionali e licei: a deliberare i provvedimenti sono stati i rispettivi consigli di classe a seguito di una serie di ammonizioni a carico degli interessati. Una chiusura d’anno scolastico davvero calda che ha visto molte volte gli studenti scontrarsi con i docenti. Casi che fanno male in chi crede nella scuola e nel suo ruolo formativo.

E sempre da Salerno arriva un provvedimento singolare nella repressione di fenomeni di intemperanza scolastica e violazione delle regole. Chi tra gli studenti manca di rispetto al docente o si rende protagonista di una ragazzata all’interno delle mura scolastiche, deve rendersi utile alla scuola, deve dare una mano a curarla. Accade all’istituto tecnico Amendola-Santa Canterina, nella zona orientale di Salerno. Qui la preside Anna Rita Carrafiello ha dato l’ok alla sanzione alternativa per due studenti che nel corso dell’anno hanno dato problemi sul piano disciplinare. Si tratta di lavori «scolasticamente utili» come li definisce la preside: «Li responsabilizziamo, c’è un intento educativo e non punitivo», precisa la preside Carrafiello, amante del modello d’istruzione della Finlandia. 

Chi ha sbagliato ha dovuto fare le pulizie della scuola o ritinteggiare aule e corridoi. Un sistema che funziona, secondo la Carrafiello, che sarà riproposto in altre occasioni in presenza di irregolarità non gravissime. «Fare lavoretti utili nella scuola – dice la preside – è fondamentale. Lo abbiamo sperimentato con successo nei casi di ragazzi, diciamolo carinamente, un po’ birichini».
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