Amalfi frana, il procuratore Borrelli:
«Violazioni del territorio, anni di scempi»

Amalfi frana, il procuratore Borrelli: «Violazioni del territorio, anni di scempi»
di Petronilla Carillo
Mercoledì 3 Febbraio 2021, 06:45 - Ultimo agg. 06:47
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«Paghiamo lo scotto di una situazione incancrenita e di anni di violazioni del territorio che hanno causato importanti ferite e queste ferite sono difficilmente sanabili». Il procuratore di Salerno, Giuseppe Borrelli, è categorico come sempre: la lotta all’abusivismo e la difesa del territorio sono state sempre tra le sue (ma non le sole) priorità all’atto del suo insediamento lo scorso febbraio. E non ne ha mai fatto mistero. Anzi, nel corso di questi dodici mesi ha cercato di fotografare bene il territorio e le sue dinamiche. 

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Dopo l’ennesimo crollo, la procura di Salerno ha aperto un fascicolo anche su quanto accaduto ad Amalfi, in Costiera amalfitana?
«La procura avvia le indagini sulla base delle notizie di reato. E a questa domanda, al momento, non posso rispondere (in serata la notizia di una indagine per disastro colposo dopo i lavori dello scorso anno, per verificare come siano stati eseguiti, ndr)». 

Qualche mese dopo il suo arrivo a Salerno, in una intervista a Il Mattino, disse che proprio in materia urbanistica la procura non registra mai più di 500 segnalazioni di violazioni e proprio lei definì ciò un «fatto piuttosto anomalo viste le caratteristiche del territorio... Ora l’ennesima resa dei conti...
«Infatti... Proprio per questo motivo come procura abbiamo segnalato alla polizia giudiziaria le priorità da seguire in questa materia e nel corso degli ultimi mesi abbiamo avuto un riscontro positivo. Questa estate abbiamo proceduto al sequestro di diversi cantieri abusivi molti dei quali avviati proprio in Costiera. Devo ammettere che tutte le forze di polizia interessate hanno svolto un lavoro molto meticoloso perché individuare cantieri non autorizzati lungo la costa nord della provincia è molto difficile, sia a causa della conformazione del territorio e sia perché le costruzioni vengono realizzate dall’alto verso in basso, tra le pieghe della montagna, spesso ben nascoste a volta camuffate. Sono molto contento della risposta che abbiamo avuto e del lavoro che è stato fatto e si continua a fare. Ma c’è ancora tanto su cui lavorare...». 

Eppure la tutela ambientale non riguarda solo le violazioni urbanistiche...
«Assolutamente. Per questo motivo stiamo attentamente monitorando anche i corsi d’acqua per verificare tutte le attività di inquinamento fluiviale. In questo contesto abbiamo anche avviato un rapporto di collaborazione con l’Arpac perché molte delle fonti di inquinamento arrivano da costruzioni abusive o da attività illecite di diverso genere». 

Quindi... tutela ambientale a 360 gradi. Del resto proprio lei ha più volte ripetuto che «bisogna leggere gli eventi criminali collegandoli tra di loro per avere risultati»...
«Sì. A tal proposito voglio aggiungere che il nostro impegno investigativo in questo momento è rivolto anche allo smaltimento dei rifiuti illeciti. Si tratta di un canale che stiamo seguendo attentamente. Molti di questi rifiuti arrivano proprio dai cantieri edili e, molti, da attività avviate senza alcuna autorizzazione. Anche questo è un settore importante che riguarda la tutela del territorio e dell’ambiente. Insomma... è vero: bisogna leggere gli eventi collegandoli tra di loro».

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