Ambientalista morto dopo due visite,
nessuna colpa: assolti tre medici

Ambientalista morto dopo due visite, nessuna colpa: assolti tre medici
di Nicola Sorrentino
Lunedì 22 Febbraio 2021, 19:53 - Ultimo agg. 20:18
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NOCERA INFERIORE. Nessun colpevole per la morte di Paolo Fabbricatore, 52enne ambientalista e rappresentante dell’associazione "Montagna Amica". Il giudice monocratico del tribunale di Nocera Inferiore ha assolto tre medici imputati per l'accusa di omicidio colposo, perchè il fatto non sussiste. Serviranno novanta giorni per conoscere le motivazioni della sentenza di primo grado.

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I tre erano in servizio all’ospedale di Nocera Inferiore: due al pronto soccorso e uno addetto al reparto di Neurologia. L'ipotesi d'accusa iniziale - contestata in dibattimento attraverso nuove consulenze - vedeva i tre medici imputati perché «colpevoli di aver sottovalutato i sintomi e di non aver eseguito la diagnosi corretta».

L’uomo morì il 7 aprile del 2015, dopo una doppia visita in ospedale che effettuò il 26 e il 27 marzo dello stesso anno. Poco prima di giungere in pronto soccorso, stava praticando yoga, hobby che coltivava con passione, quando cominciò a sentirsi male. Avvertì un dolore alla mano, poi l’assenza totale di forza.

All’epoca delle indagini, secondo una consulenza voluta dalla Procura, quella circostanza avrebbe rappresentato il segnale di una patologia neurologica grave. Il giorno che Fabbricatore giunse in pronto soccorso, i medici gli consigliarono di presentarsi in reparto il giorno dopo, presso l’ambulatorio di Neurologia. Tuttavia, tra la notte del 26 e 27, le condizioni del 52enne si aggravarono. Fu colto da giramenti di testa, svenimenti e persino disturbo della parola. Ricoverato nel reparto di Neurologia, un altro medico - il terzo - non avrebbe sottoposto il paziente a terapia trombotica, avendo omesso di effettuare la diagnosi corretta. 

La morte sopraggiunse dopo alcuni giorni. Furono i familiari a sporgere denuncia, per nulla convinti che quel decesso fosse da attribuire a cause naturali. Il dibattimento ha tuttavia dimostrato altro, per il momento, escludendo qualsiasi responsabilità nei tre medici che ebbero in cura l'uomo. Nel collegio difensivo c'erano gli avvocati Annalisa Califano, Francesco Laudisio e Valerio De Nicola. 

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