Lia Rumma festeggia i cinquant'anni di attività d'arte

Lia Rumma festeggia i cinquant'anni di attività d'arte
Giovedì 14 Aprile 2022, 08:28
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Lia Rumma ha festeggiato i cinquant'anni di attività d'arte: delle sue due gallerie: l'una è, a Napoli, in via Vannella Gaetani, la sede storica, e l'altra è, a Milano, in via Stilicone. Un anno dopo la morte di Marcello, collezionista raffinato, promotore delle Rassegne di Amalfi e editore di punta - il catalogo-omaggio del museo Madre quando è pubblicato? -, Lia Rumma si è trasferita a Napoli.

Il suo «studio d'arte», allora si chiamava così la galleria, disegnato dall'architetto Roberto Visconti, è in un giardino fiorito, a Parco Margherita. Nell'autunno del 1971, Lia Rumma ha inaugurato con «L'ottava investigazione (A.A.I.A.I.) Proposizione 6» di Joseph Kosuth, che fa da viatico all'arte concettuale.

Nei cinque anni successivi, lo Studio Rumma ha presentato Art & Language e Burgin, Huebler, Hanne Darboven, Ian Burn e Mel Ramsden, senza dimenticare i paradossi di Agnetti e la deriva di Ben Vautier, Dennis Oppenheim e Gilbert&George. L'arte concettuale s'intreccia con l'arte povera soprattutto Anselmo e Pistoletto - e con la ricerca del Fare Pittura, con Supports/Surfaces - Griffa e Cane e con la pittura dialettica di Matarrese. Perfino, nel 1986, nel clima del postmoderno, ispirata da Kosuth, è contromano «Rooted Rhetoric. Una tradizione nell'arte americana», curata da Gabriele Guercio. Alfano, Kosuth e Kiefer sono la trinità degli anni novanta, senza fare perdere valore alla giovane arte della città: Gaetano Sgambati e Gennaro Castellani, Raffaella Nappo, Sabrina Sabato e Marina Arlotta.

Con fiducia, Lia Rumma immette nella corrente internazionale queste giovani voci dell'arte, a Napoli. Questo movimento è la costante di Lia Rumma - grandi fiere, eccellenti musei e curatori eminenti. oltre ai propri artisti e le proprie gallerie Tobias Zielony e Marzia Migliora, Domenico Antonio Mancini, Mocellin e Pellegrini e Tosatti che, con la congiunzione astrale di Viola, ha fatto proprio il Padiglione Italia della Biennale di Venezia. Esemplare l'esperienza artistica di Ettore Spalletti e di Anselm Kiefer - l'ampio studio di New York ha ospitato me, Paola e Lia -, Steinbach e Lamelas, Abramovic e Kentridge, Zorio e Anselmo, Pistoletto e Alfredo Jaar, artista, architetto e regista cileno, che partecipa all'esposizione della Biennale 2022 del newyorkese Whitney museum of american art. Lia Rumma, partita da Salerno da collezionista, ora splende nel sistema dell'arte contemporanea.

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