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Angelo Vassallo rivelò a un amico
la scoperta del giro di droga

di v
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Sabato 30 Luglio 2022, 10:00 - Ultimo agg. : 15:30
4 Minuti di Lettura

Omicidio Vassallo, c'è un personaggio chiave nella vicenda che potrebbe rappresentare il punto di svolta dell'inchiesta. Una persona che, assieme all'ex magistrato Alfredo Greco, avrebbe raccolto le confidenze di Angelo Vassallo prima di morire. Si tratta di Pierluca Cillo il quale, nelle settimane precedenti l'omicidio, aveva frequentato assiduamente il sindaco e che, dopo la sua morte, aveva raccontato a più persone, soprattutto a quelli della cerchia familiare della vittima, del coinvolgimento dei fratelli Palladino e del colonnello Fabio Cagnazzo «in un traffico di droga - si legge nel decreto di perquisizione a firma del procuratore capo Giuseppe Borrelli e del sostituto Marco Colamonici della Dda - effettuato tramite natanti che passavano per Acciaroli e, precisamente, per un deposito della famiglia Palladino». Le parole di Cillo, per la procura, hanno «credibilità» in quanto «accreditate», si legge sempre nel provvedimento, da una intercettazione captata dalla Squadra mobile di Salerno tra Giovanni e Federico Palladino che inquadravano proprio in Cillo quello che «stava contro Domenico e Fabio», rispettivamente il loro fratello maggiore e il colonnello ora indagato. Ma c'è di più. Alcuni particolari riferiti nel corso delle indagini da Cillo agli inquirenti, ed ora secretati, sarebbero stati confermati - si legge sempre nelle carte - anche da Salvatore Ridosso, il figlio del collaboratore di giustizia Romolo. Ma non solo. C'è un dettaglio «inquietante», secondo la procura, soprattutto se le loro ipotesi accusatorie dovessero trovare ulteriori conferme, ed è che Cagnazzo era a cena la sera dell'agguato e due minuti dopo l'omicidio del politico, Molaro - che precedentemente avrebbe chiamato al telefono l'ufficiale per due minuti, senza avere risposta - si sarebbe unito alla tavolata. Per questo suo «chiacchierare» Cillo fu anche aggredito prima verbalmente e poi picchiato da Cagnazzo ad ottobre del 2010. La vicenda si concluse con una denuncia per lesioni nei confronti del colonnello (difeso dall'avvocato Ilaria Criscuolo) e poi risolta con una transazione economica, ed un querela nei confronti di Cillo per diffamazione. Dettagli, questi, che ora più che mai diventano fondamentali. 

APPROFONDIMENTI
Vassallo, due minuti dopo l'omicidio
una telefonata tra i carabinieri indagati
«Vassallo ucciso perché aveva scoperto
un giro di droga: voleva denunciare tutti»
Omicidio Vassallo, intervista al fratello Dario:
«Dopo 12 anni la verità ma restano i dubbi»

Sono nove al momento gli indagati. I loro nomi, alcuni dei quali da tempo circolavano negli ambienti giudiziari salernitani, ed anche tra i cittadini di Pollica, sono usciti fuori nella giornata di giovedì quando la procura di Salerno ha dato mandato di notifica nei loro confronti di altrettanti decreti di perquisizione. Si tratta del colonnello dell'Arma dei carabinieri Fabio Cagnazzo, del suo «attendente» Luigi Molaro e di Lazzaro Cioffi (difeso dall'avvocato Saverio Campana) già arrestato per collusioni con il clan che gestisce il traffico di droga al Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli. Quindi di Giuseppe Cipriano (difeso dall'avvocato Giovanni Annunziata) imprenditore di Scafati che ad Acciaroli in quegli anni gestiva il cinema, dei Ridosso, il boss Romolo e il figlio Salvatore (difesi dall'avvocato Pierluigi Spadafora), ed i fratelli Domenico, Giovanni e Federico Palladino (difesi dall'avvocato Agostino De Caro) imprenditori di Pollica e proprietari di diverse strutture alberghiere, b&b e locali sul territorio. L'accusa per tutti, vario titolo, è di omicidio e associazione a delinquerne finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. A carico di Cagnazzo e Molaro anche di depistaggio delle indagini. 

 

Secondo la procura di Salerno sarebbe proprio lo spaccio di droga e la decisa opposizione di Angelo Vassallo a che la sua cittadina divenisse centrale di una attività di ampio raggio, il movente dell'agguato mortale. L'esistenza, dimostrata nei primo otto anni di indagini, di un interessamento da parte dei narcotrafficanti ad Acciaroli e di interessi criminali tra famiglie napoletane e di Pollica, sarebbe stata alla base dell'inchiesta bis sull'omicidio partita nel 2018. Il fascicolo aperto per la seconda volta dall'Antimafia salernitana parte proprio dagli errori commessi precedentemente ma si arricchisce di una serie di informazioni ricevute grazie ad indagini svolte dalla Dda di Napoli sui commercianti di droga. Ma cosa aveva scoperto Vassallo? Non solo l'arrivo di ingenti quantità di sostanze stupefacenti a bordo di gommoni al porto di Acciaroli quanto, soprattutto, il coinvolgimento di persone del posto e insospettabili. Come i fratelli Palladino, secondo quanto emerge dalle indagini della procura, e del colonnello dell'Arma dei carabinieri Fabio Cagnazzo. Per questo motivo (e la stessa cosa viene confermata da Cillo) lui diceva di non avere molta fiducia nei militari dell'Arma di Pollica e, per questi servizi straordinari di contrasto allo spaccio, utilizzava sempre la polizia municipale. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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