Il farmaco dell'eutanasia somministrato
alla bimba di legno quando aveva tre mesi

Il farmaco dell'eutanasia somministrato alla bimba di legno quando aveva tre mesi
di Petronilla Carillo
Domenica 13 Febbraio 2022, 06:55 - Ultimo agg. 14 Febbraio, 07:27
3 Minuti di Lettura

«Il farmaco che verrà utilizzato per il suicidio assistito del 43enne marchigiano, tetraplegico da 10 anni, che ha vinto la sua battaglia dopo 16 mesi dalla sentenza della Consulta, e che verrà somministrato per 20 secondi, è lo stesso che indussero per quindici giorni, all’età di soli tre mesi, alla piccola Arianna Manzo in spregio ad ogni linea guida nazionale ed internazionale». La denuncia è del legale della ragazzina, l’avvocato Mario Cicchetti. Il farmaco in questione è il Tiopental, ed appartiene alla famiglia dei barbiturici. Iniettato per endovena, raggiunge rapidamente il sistema nervoso centrale e l’effetto è di «deprimerlo», cioè di bloccare le funzioni vitali che dipendono dal cervello, tra cui l’attività respiratoria e quindi di causare la morte. La capacità di arrivare a questo effetto dipende dalla dose. Un dettaglio che rende ancora più tremenda la storia di Arianna, la ragazzina tetraplegica che si sta consumando sempre più, giorno dopo giorno, anche a causa dei ritardi nei pagamenti del risarcimento che il Cardarelli deve alla famiglia per la cura sbagliata quando fu ricoverata a soli tre mesi, in ospedale, per un problema ai polmoni. Quel denaro, come ha ribadito più volte l’avvocato Cicchetti, dovrebbe essere amministrato da un tutore e speso per garantire alla ragazza le cure necessarie alla sopravvivenza. 

È solo di un paio di giorni fa l’ennesimo ultimatum lanciato dal legale a favore della diciassettenne: fissare l’incontro per la sottoscrizione dell’atto transattivo entro e non oltre la data del 15 febbraio 2022. L’appello è stato lanciato alle direzioni generali del Cardarelli di Napoli e dell’Asl di Salerno ma al governatore della Campania Vincenzo De Luca.

Arianna, nata sana, è diventata tetraplegia, sorda e ipovedente per responsabilità ascrivibili esclusivamente ai sanitari che, al terzo mese di vita, le somministrarono, per quindici giorni consecutivi, un farmaco che poteva essere utilizzato solo negli adulti ed esclusivamente per indurre l’anestesia. Per questo motivo le è stato accordato un risarcimento che però tarda a venire a causa di una serie di intoppi burocratici. E per questo motivo l’avvocato Cicchetti adesso ha lanciato l’ultimatum: «Invito il Cardarelli - conclude l’avvocato Cicchetti - ad eseguire in favore della minore, entro e non oltre il prossimo 18 febbraio, il pagamento dell’acconto di un milione e mezzo di euro in attesa della pronuncia della Corte di Appello di Salerno, dovendosi ritenere naufragata l’ipotesi transattiva per esclusiva responsabilità delle due Aziende sanitarie che riterrò direttamente responsabili di ogni ulteriore aggravamento della situazione». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA