«Il farmaco che verrà utilizzato per il suicidio assistito del 43enne marchigiano, tetraplegico da 10 anni, che ha vinto la sua battaglia dopo 16 mesi dalla sentenza della Consulta, e che verrà somministrato per 20 secondi, è lo stesso che indussero per quindici giorni, all’età di soli tre mesi, alla piccola Arianna Manzo in spregio ad ogni linea guida nazionale ed internazionale». La denuncia è del legale della ragazzina, l’avvocato Mario Cicchetti. Il farmaco in questione è il Tiopental, ed appartiene alla famiglia dei barbiturici. Iniettato per endovena, raggiunge rapidamente il sistema nervoso centrale e l’effetto è di «deprimerlo», cioè di bloccare le funzioni vitali che dipendono dal cervello, tra cui l’attività respiratoria e quindi di causare la morte. La capacità di arrivare a questo effetto dipende dalla dose. Un dettaglio che rende ancora più tremenda la storia di Arianna, la ragazzina tetraplegica che si sta consumando sempre più, giorno dopo giorno, anche a causa dei ritardi nei pagamenti del risarcimento che il Cardarelli deve alla famiglia per la cura sbagliata quando fu ricoverata a soli tre mesi, in ospedale, per un problema ai polmoni. Quel denaro, come ha ribadito più volte l’avvocato Cicchetti, dovrebbe essere amministrato da un tutore e speso per garantire alla ragazza le cure necessarie alla sopravvivenza.
È solo di un paio di giorni fa l’ennesimo ultimatum lanciato dal legale a favore della diciassettenne: fissare l’incontro per la sottoscrizione dell’atto transattivo entro e non oltre la data del 15 febbraio 2022. L’appello è stato lanciato alle direzioni generali del Cardarelli di Napoli e dell’Asl di Salerno ma al governatore della Campania Vincenzo De Luca.