Liste d'attesa truccate per pazienti amici:
arrestati prof di Medicina e infermiera

Liste d'attesa truccate per pazienti amici: arrestati prof di Medicina e infermiera
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 29 Aprile 2020, 09:00
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Liste d'attesa e prenotazioni al Cup bypassate, privilegiando pazienti privati a scapito di altri. E ancora: compensi di visite in regime di intramoenia non versate all'Azienda ospedaliera del Ruggi e appropriazione di strumentazione di proprietà dell'ateneo di Salerno, usate durante visite private. Con le accuse di peculato, abuso d'ufficio e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, è stato arrestato e sottoposto in regime di domiciliari, ieri mattina, Francesco Antonio Salzano, professore ordinario di Otorinolaringoiatria presso la Scuola medica salernitana, residente a Napoli e direttore della Seconda clinica dell'ospedale Fucito di Mercato San Severino. Con lui, finisce in custodia cautelare anche Francesca D'Angelo, infermiera coordinatrice presso l'ospedale dell'Irno, originaria di Castel San Giorgio.

L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore a Nocera Inferiore, Anna Chiara Fasano, con il lavoro sul campo condotto dai Nas di Salerno, è scattata dopo la segnalazione di una fonte «ritenuta attendibile», che aveva addebitato a Salzano una serie di comportamenti illeciti. Questi ultimi hanno trovato in parte fondamento a seguito di una serie di verifiche e controlli, tra intercettazioni telefoniche, filmati video e l'escussione di decine di pazienti visitati e operati dal medico. A dare «immediato riscontro» alle voci di quella fonte, tuttavia, è stata in primis un'ispezione a sorpresa del 26 febbraio scorso, durante un intervento presso la sala operatoria del Fucito. I Nas trovarono in sala Salzano, con due medici, che però non erano stati autorizzati a essere presenti. Da lì l'inchiesta si allargò, al punto da spingere il gip Gustavo Danise, nella sua ordinanza, a parlare di un «sistema di radicato favoritismo» nella gestione ed esecuzione di visite ed interventi chirurgici che Salzano e D'Angelo avrebbero messo in piedi all'ospedale Fucito.

Il medico si sarebbe «avvalso dell'istituto quasi come una clinica privata, agevolando lo svolgimento veloce e concordato delle visite e interventi per i suoi pazienti, in dispregio dei regolamenti interni sulla prenotazione e sulla lista d'attesa». Il docente universitario risponde anche di peculato, perché avrebbe sottratto un fibrolaringoscopio, comprato con i soldi pubblici dell'Ateneo per scopi didattici, per poi utilizzarlo durante visite private e attività in Alpi. Al punto che non sarebbe stato possibile, per più volte, eseguire esami strumentali in favore dei pazienti. Un disagio che avrebbero subito anche studenti e specializzandi, per le loro lezioni che si tenevano in ospedale. Alcune delle visite private venivano svolte invece presso due studi medici, a Formia e alla clinica Ruesch di Napoli, dove l'indagato collaborava. Entrambe sono estranee all'inchiesta. Tuttavia, il medico avrebbe attestato il falso nelle richieste - dal 2017 al 2019 - per il rilascio dell'autorizzazione di attività libero professionale ambulatoriale presentate alla direzione del Ruggi. Nello specifico avrebbe comunicato di eseguire quelle prestazioni in uno studio professionale privato e non in uno studio professionale collegato in rete con le strutture convenzionate. Inoltre Salzano non avrebbe rilasciato più volte fattura collegata alle prestazioni, in danno dell'azienda ospedaliera, alla quale avrebbe omesso di versare il 50% dell'onorario della visita medica. A supporto di ciò la Procura ha ascoltato decine di pazienti visitati in intramoenia dal medico. In questo scenario, Francesca D'Angelo, come caposala, avrebbe concorso nel reato legato alle visite dei pazienti, gestendo l'accesso per le prenotazioni di chi doveva operarsi, ma anche programmando sedute operatorie, senza tener conto delle prenotazioni degli stessi, eludendo le liste d'attesa. Nei prossimi giorni i due indagati compariranno dinanzi al gip per l'interrogatorio di garanzia.
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