Ospedale, la denuncia: l'assistenza
pre-Covid ​non riesce a ripartire

Ospedale, la denuncia: l'assistenza pre-Covid non riesce a ripartire
di Sabino Russo
Domenica 3 Gennaio 2021, 06:05 - Ultimo agg. 09:14
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Contagi in corsia e diminuzione delle capacità assistenziali, pronto soccorso otorino a servizio ridotto, laboratorio e centro prelievi chiuso, tac spesso guaste. Nonostante la ripresa delle attività ordinarie, disposta dalla circolare della Regione del 10 dicembre scorso, il Tribunale del malato segnala la presenza di una serie di servizi sanitari ancora off-limits o part-time a Salerno. Da registrare, intanto, un crollo dei contagi, a fronte di una drastica riduzione dei tamponi processati in Campania (poco più di 3mila), con appena 18 casi comunicati dall’Unità di crisi. 


LE LACUNE
«Siamo rimasti molto soddisfatti della circolare della Regione, ma a ben vedere per i cittadini di Salerno cambia poco - scrivono Margaret Cittadino, Maria Grazioso e Pasquale Trotta - Al Ruggi persistono i contagi nel personale e tra i pazienti ricoverati, causando la riduzione di capacità assistenziali.

Inspiegabilmente sono chiusi servizi fondamentali come il pronto soccorso otorino, che chiude alle 16. In epoca pre-covid era attivo fino alle 20, essendo attività di emergenza non poteva essere ridotta. Continuano ad essere chiusi ai cittadini il servizio prelievi e il laboratorio». Problemi di accesso vengono segnalati anche per le prestazioni radiologiche, che nella sanità accreditata continuano a essere esposte al rischio dell’esaurimento dei tetti di spesa.

«L’esecuzione delle tac, nonostante la chiusura al pubblico, presenta disfunzioni e guasti per il numero esiguo delle macchine (solo due) e l’usura delle stesse. Sono segnalati guasti e interruzioni. I percorsi covid e no covid non sono chiari e differenziati, pertanto non vengono garantite tutte le funzioni assistenziali pre covid, e quelle tipiche di un Dea di secondo livello». Per avere un numero di presidi adeguato a fronteggiare eventuali epidemie ed eventi imprevisti, tenendo il plesso Ruggi a disposizione di tutti gli altri pazienti, il Tribunale del malato propone di recuperare anche il presidio di Torre Angellara, proprietà dell’azienda ospedaliera universitaria, già ristrutturato e abbandonato da anni, che per la posizione che occupa potrebbe essere utilizzato per i livelli assistenziali a bassa intensità, per i drive-in spontanei e per le campagne di vaccinazione. Tuttavia la medicina territoriale, di prossimità e di iniziativa, insieme ai medici di base e le Usca, restano fondamentali per affrontare correttamente le emergenze infettivologiche, ridurre il numero delle morti evitabili e affrontare la prevenzione primaria e secondaria.

Per questo motivo, i rappresentanti del Tribunale chiedono ai responsabili regionali e alle dirigenze Asl di «incrementare, qualificare e professionalizzare le Usca, dotandole di attrezzature adeguate, di una mission chiara e definita, in modo che possano in seguito diventare l’ossatura di una assistenza domiciliare di prossimità coordinata con le equipe territoriali, a partire dai quartieri più problematici; - continua la nota - istituire le case della salute, già deliberate e finanziate in Campania ben tre volte: una da Caldoro, due volte da De Luca. A Salerno, come in altri territori, abbiamo poliambulatori che possono ospitare i medici di base a rotazione, gli specialisti (da potenziare), le equipe infermieristiche, i servizi di laboratoristica e radiologici (da completare e potenziare), dotarli anche di segretariati sociali e legali. Le case della salute possono funzionare da base di partenza e coordinamento dell’assistenza domiciliare e di micro realtà assistenziali nei quartieri più periferici e disagiati».

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