Urina davanti al bagno della scuola
studenti sospesi, ira dei genitori

Punizione per gli alunni maschi di dieci classi, le famiglie annunciano un ricorso al Tar

L'entrata principale del liceo classico Torquato Tasso
L'entrata principale del liceo classico Torquato Tasso
di ​Gianluca Sollazzo
Sabato 4 Marzo 2023, 07:15 - Ultimo agg. 16:06
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Non è stato ancora identificato il ragazzo che giovedì ha urinato nell’antibagno situato al piano terra del liceo classico Tasso di Salerno. Ma, in attesa che venga individuato il responsabile, la preside Carmela Santarcangelo non torna sui suoi passi: non verrà ritirata la sospensione di un giorno con obbligo di frequenza per gli studenti maschi delle dieci classi allocate al piano terra. «Ho applicato il regolamento d’istituto, che è legge ed è approvato dagli organi collegiali della scuola - dichiara al Mattino la preside - I genitori mi stanno scrivendo in massa, qualcuno minaccia l’impugnazione del provvedimento al Tar. Ma non ritiro le sospensioni fino a quando non si presenterà il colpevole dell’atto vandalico consumato ai danni di un luogo sacro come la scuola». La dirigente scolastica ammette di aver ricevuto il preannuncio di ricorsi da parte dei genitori degli alunni sospesi. Ieri al liceo Tasso non si parlava d’altro. E nell’ambiente scolastico salernitano a tenere banco è la notizia delle sospensioni di studenti maschi, iscritti alle 10 classi presenti al piano terra dello storico liceo.

«La scuola non è performance, voti - dichiara la dirigente scolastica - noi facciamo educazione ai cittadini del domani. Quanto accaduto è stato un oltraggio, un volgare atto vandalico». Tra i professori c’è grande rammarico. Ieri i rappresentanti d’istituto hanno incontrato la preside: un incontro “sereno” in cui la dirigente ha ricevuto la solidarietà dei rappresentanti. Tutti, studenti e professori, hanno atteso fino alle 14 di ieri che il responsabile del gesto vandalico si presentasse in presidenza o dal vice preside Marco Falivena. Ma chi venerdì ha urinato per sfregio nell’antibagno al piano terra del liceo di piazza San Francesco, resta ancora ignoto. Come recita l’articolo 52 del regolamento d’istituto, la responsabilità dell’azione ricade sugli studenti delle classi presenti sul piano dov’è avvenuta l’azione vandalica. Ma su questo punto si è scatenata ieri la reazione dei genitori degli studenti. Lettere, chiamate, richieste di ricevimento. E finanche l’annuncio di ricorsi al Tar Salerno.

«Sono stata accusata di aver applicato un provvedimento su base presuntiva che può essere impugnato - rimarca la dirigente scolastica - Ma il regolamento di istituto è stato approvato da un organo collegiale, ed è norma vigente nella scuola». Su un punto i genitori chiedono chiarezza: perché punire solo gli studenti del piano terra e non quelli che facevano lezione giovedì anche su altri piani? «Una punizione che dovrebbe essere esemplare perde di valore se si puniscono solo i maschi di dieci classi, di fronte ad un gesto del genere bisogna punire tutti, maschi e femmine, e non solo i ragazzi del piano terra bensì quelli degli altri piani perché al bagno del piano terra può accedere chiunque, anche un alunno dei piani superiori. E poi vorrei che sia chiarito il motivo dell’assenza del collaboratore scolastico sul piano al momento del gesto»: è la posizione di Marina Manconi, madre di due studenti iscritti al liceo Tasso. «Va benissimo deprecare quanto accaduto - continua - È un atto vergognoso. A mio avviso sarebbe stato giusto anche applicare la sospensione di 3 giorni, ma a tutti, maschi e femmine di tutta la scuola. Questa sanzione sarebbe stata la più giusta per sottolineare la gravità dell’atto vandalico. È un atto che va punito severamente per tutti - dichiara la signora Manconi - solo questo provvedimento sarebbe stato di esempio per tutti a scopo educativo».

«Il provvedimenti di un giorno di sospensione non pregiudica affatto l’esito dell’esame di stato - la risposta fornita dalla preside ad un genitore - In assenza del personale di piano, gli studenti ben avrebbero potuto e dovuto segnalare la presenza di un liquido nell’antibagno a me, che ero in presidenza, oppure ai miei collaboratori o al docente di classe.

Possibile che i ragazzi che hanno visto lo stato in cui versava il bagno non abbiano sentito il dovere, anche solo morale, di segnalare la necessità di un’adeguata pulizia per rendere fruibile il bagno senza rischi per la salute? Questo non è possibile. È come vedere un incidente con un ferito sul ciglio della strada e continuare per la propria strada senza fermarsi a prestare soccorso». 

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