Bimba giù dalla finestra a Fisciano:
«Il papà voleva uccidersi, fermato dai vicini»

Bimba giù dalla finestra a Fisciano: «Il papà voleva uccidersi, fermato dai vicini»
di Nicola Sorrentino
Lunedì 31 Ottobre 2022, 22:59 - Ultimo agg. 2 Novembre, 08:19
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Nei giorni precedenti al lancio dalla finestra della bambina di due anni a Fisciano, un’ambulanza del 118 era stata chiamata presso l’abitazione della famiglia per soccorrere il padre - ora in carcere e accusato del tentato omicidio della figlia - che aveva avuto un malore che, secondo i sanitari, era dovuto ad una situazione di stress ed esaurimento. Portato in ospedale, l’uomo era poi tornato a casa senza particolari prescrizioni. La Procura di Nocera Inferiore sta valutando anche questo episodio nella complessa ricostruzione dei fatti di domenica. 

Per gli inquirenti l’uomo avrebbe volontariamente lanciato la piccola dalla finestra del bagno del terzo piano di casa, intorno alle 9,30 di domenica scorsa. Poi avrebbe tentato, a sua volta, di togliersi la vita. A bloccarlo e ad impedirgli di lanciarsi nel vuoto sono stati due vicini di casa, attirati dalle urla della moglie, corsa in strada per recuperare e prestare soccorso alla bambina. «L’ho trattenuto io mentre si stava lanciando - ha detto una vicina - poi fortunatamente è arrivato anche mio marito, sennò avrei ceduto».

La donna si è anche ferita nel tentativo di fermare il 40enne, come dimostrano alcune tracce di sangue trovate lungo le scale. 

Ad attutire la caduta della bambina, invece, potrebbe essere stata una recinzione in metallo, non lontana dall’ingresso dell’appartamento. È l’ipotesi che al momento seguono i carabinieri della compagnia di Mercato San Severino, coordinati dal sostituto procuratore Roberto Lenza. La piccola si è fratturata l’omero e il polso e si è procurata svariate escoriazioni. È stata operata a Napoli, al Santobono, e non è in pericolo di vita, tanto che si ipotizza possa essere dimessa nelle prossime ore. I sanitari accorsi sul posto l’avevano trovata in braccio alla madre. La bambina era cosciente ma in lacrime. La donna è stata sempre in sua compagnia. I carabinieri, invece, avevano raggiunto il terzo piano dello stabile, trovando l’uomo adagiato sul letto, in stato di choc. L’uomo non ha fornito alcuna spiegazione su quanto accaduto. La difesa - gli avvocato Tommaso Amabile e Silverio Sica - ha smentito alcune ricostruzioni su un’eventuale confessione. La moglie, invece, avrebbe riferito ai carabinieri che si sarebbe trattato di una caduta accidentale. La difesa, infatti, propende per un fatto del tutto causale, in ragione delle «notizie, ovviamente molto ufficiose che abbiamo raccolto». 

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L’uomo - è la ricostruzione della difesa - pare stesse cambiando la figlia su di un fasciatoio, in bagno. La finestra era aperta perchè faceva caldo. Forse un movimento inconsulto della piccola, ne avrebbe poi determinato la caduta. «Siamo in attesa dell’interrogatorio di garanzia - spiega Amabile - anche per capire meglio gli elementi su cui si fonda l’accusa dei carabinieri che hanno condotto l’indagine. Per la brevissima interlocuzione che ho avuto con il mio assistito quando è stato confermato il provvedimento restrittivo, il primo che non riesce a darsi pace per quello che è successo è proprio lui. È una persona conosciuta da tutti, un ragazzo che si è fatto da solo, con le sue mani, che si è laureato, che ha partecipato a concorsi pubblici e che oggi ricopre un incarico di responsabilità». Versione opposta è quella a cui credono gli inquirenti che sono convinti si sia trattato di un gesto volontario. Ieri mattina, il magistrato ha fatto un nuovo sopralluogo nell’appartamento, che è sequestrato, portando via indumenti e altri oggetti. L’interrogatorio di garanzia dinanzi al gip si terrà nelle prossime ore.

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