Si era da poco lanciato da uno scivolo acquatico quando ha avvertito un malore che lo ha stroncato a soli 12 anni. Una tragica fatalità che ha segnato in maniera inesorabile la vita di una famiglia di Pompei, arrivata in un acquapark di Battipaglia, nel Salernitano, per trascorrere una classica giornata estiva. Ma il destino è stato implacabile con il piccolo Flavio che, dopo essere uscito dalla piscina, ha avvertito un malessere per poi accasciarsi al suolo e spirare. Tutto in pochi minuti.
Potrebbe essersi trattato di un incidente o di un malore fulminante.
I primi accertamenti sono stati effettuati dagli agenti del commissariato di polizia di Battipaglia che, guidati dal vicequestore Giuseppe Fedele, hanno provveduto ad acquisire le immagini delle telecamere di videosorveglianza e a sequestrare lo scivolo. Da un primo esame esterno effettuato dal medico legale incaricato dalla Procura di Salerno non sarebbero emerse ferite o segni di sanguinamento. I fatti, in ogni caso, secondo gli investigatori potrebbero essere compatibili con un incidente avvenuto sullo scivolo: Flavio, infatti, potrebbe aver battuto da qualche parte mentre era diretto verso l'acqua. Ma, al momento, non è possibile escludere nemmeno che la morte possa essere stata provocata da un malore fulminante. Le indagini sono state affidate agli agenti della Squadra Mobile di Salerno che stanno provando a ricostruire l'esatta dinamica della tragedia. Ulteriori elementi, poi, arriveranno dall'autopsia che sarà effettuata nei prossimi giorni.
Sotto choc la comunità di Pompei che, attraverso il sindaco Carmine Lo Sapio, ha voluto esprimere vicinanza e cordoglio alla famiglia per la perdita del piccolo Flavio. «Addolorati per il grave lutto che vi ha colpiti - si legge in una nota- partecipo sentitamente al vostro dolore. Nessun genitore dovrebbe sopravvivere ai figli. La perdita di un figlio è come se fermasse il tempo, si apre una voragine che inghiotte il passato e anche il futuro. È uno schiaffo alle promesse, ai doni e sacrifici d'amore gioiosamente consegnati alla vita che abbiamo fatto nascere».