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Banda del buco alla Mps messa in fuga dall'allarme

I carabinieri sono certi che la banda aveva la piantina della filiale

La banca
La banca
di Petronilla Carillo
Articolo riservato agli abbonati
Domenica 8 Gennaio 2023, 09:21
4 Minuti di Lettura

Probabilmente pensavano di poter lavorare con calma, indisturbati, approfittando della chiusura della filiale della banca Monte Paschi di Siena, su corso Vittorio Emanuele, per il lungo ponte dell'Epifania. Ma i balordi, messi in fuga nella tarda mattinata di ieri da un sofisticato sistema di allarme, non avevano fatto i conti con la tecnologia. La banda, che ha agito con il vecchio sistema del passaggio attraverso le fogne e il buco nei pressi del caveau, non è riuscita neanche ad arrivare al perimetro esterno della cassaforte perché è scattato il sistema di sicurezza e sono partiti i sensori che hanno rilasciato del fumo nella galleria scavata dai rapinatori.

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Proprio l'allarme ha messo in allerta gli addetti alla sicurezza che hanno immediatamente chiamato i carabinieri. I militari dell'Arma, diretti dal maggiore Antonio Corvino, hanno subito fatto scattare un piano sicurezza facendo entrare in azione anche le aliquote di primo intervento (dotate di caschi e scudi), un reparto speciale in seno al Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Salerno, che hanno setacciato l'intera città con particolare attenzione agli sbocchi fognari. Altri carabinieri, appena si è dileguato il fumo, hanno percorso la galleria scavata dai balordi nella speranza di ritrovare qualcuno, magari intossicato dal fumo, o qualcosa di utile alle indagini. Anche l'accesso ai bancomat è stato interdetto dagli investigatori i quali hanno rinvenuto e sequestrato tutti gli arnesi utilizzati per arrivare al caveau e anche due jammer, ovvero due disturbatori di frequenza, per schermare i sistemi di videosorveglianza.

Secondo gli investigatori si potrebbe trattare di professionisti che avrebbero studiato il tutto nei minimi dettagli, anche la fuga. Le pattuglie dei carabinieri, immediatamente allertate, hanno fatto scattare il piano controlli in meno di un minuto. C'è voluta sempre (e solo) una manciata di minuti per organizzare i servizi della squadra speciale, già pronta all'intervento. Ma i balordi, evidentemente, avevano predisposto bene anche il piano di fuga: si sono dileguati senza lasciare alcuna traccia, confidando anche nelle strade affollate da turisti, visitatori e cittadini. Sono comunque stati acquisiti anche i filmati delle videocamere interne e di quelle sul Corso, di ieri e dei giorni precedenti, per cercare di capire se ci siano state presenze sospette all'interno o nei pressi dell'istituto bancario non soltanto nella giornata di ieri ma, soprattutto, nei giorni precedenti. Volti e presenze che potrebbero essere raffrontate e portare all'identificazione di chi ha deciso di agire. Al momento, comunque, non ci sarebbero sospettati. Ma i carabinieri sono certi che la banda, perchè sicuramente ad agire è stata più di una persona, aveva la piantina della filiale così da riuscire ad arrivare al caveau. Il varco fognario dal quale avrebbero potuto fare accesso potrebbe essere stato anche uno lontano dal centro. Per questo motivo i carabinieri hanno controllato tutto il territorio cittadino. L'ipotesi è che possano essere arrivati anche da fuori provincia, per questo motivo i controlli hanno riguardato anche strade e autostrade. Sicuramente il caos Luci d'artista e le giornate di festa, nelle loro intenzioni, dovevano essere il complice perfetto.


È di luglio dello scorso anno l'ultimo colpo messo a segno dalla banda del buco a Salerno. Anche in quella circostanza nel mirino finì un istituto bancario, la filiale di via Silvio Baratta della Banca della Campania Centro. In quella circostanza, però, il colpo fu messo a segno: bottino di circa 140mila euro in contanti oltre il valore dei preziosi, lasciati in alcune cassette di sicurezza dai clienti dell'istituto di credito. In passato, altri colpi del genere furono messi a segno ai danni degli uffici postali, anche quello di via Roma: in quella circostanza si cercò anche in mare perché l'accesso fognario fu ipotizzato essere quello del lungomare.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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