«Battipaglia, operazione necessaria:
la bomba era ancora pericolosa»

«Battipaglia, operazione necessaria: la bomba era ancora pericolosa»
di Rosa Palomba
Lunedì 9 Settembre 2019, 09:54
4 Minuti di Lettura
inviato a Battipaglia

Una giornata dai grandi numeri. Fatta di uomini esperti e di un'organizzazione capillare. Prevista da mesi, rinviata nel cuore dell'estate per non dividere in due l'Italia delle vacanze. Dall'alba di ieri infatti, chiuse autostrade e linee ferroviarie. Stop a bus e vetture. Da Nord a Sud percorsi alternativi, difficoltosi e improbabili anche per gli stessi cittadini di Battipaglia e per i residenti del Salernitano.

Operazione bomba day, la prima in Italia: neutralizzare senza rimuovere l'ordigno sganciato da un aereo inglese nel 1943, pesante 124 chilogrammi e caricato con 30 chili di acidi e polvere nera. Una minaccia rimasta nascosta per 76 anni sotto strade e palazzi; ferrovia e cantieri edili; scuole e oltre 36mila abitanti. Una giornata cominciata all'alba di ieri in maniera concitata ma ordinata. Fino al primo pomeriggio, quando un'anziana non ce l'ha fatta. Già gravemente malata, è morta nella palestra della scuola Penna alla periferia di Battipaglia.

 

Anna Costanza 86 anni, con circa altri 50 cittadini allettati, ieri mattina è stata portata con un'ambulanza nell'istituto onnicomprensivo. Con lei, la figlia, due nipoti, e l'immancabile bombola d'ossigeno a cui viveva attaccata. Dopo la messa celebrata alle 12 nella scuola, il cuore della donna si è fermato. Sulla mega operazione è così piombato anche il lutto, fino alle polemiche. Nella palestra dell'istituto Penna, a nulla è servito anche il tempestivo intervento del medico rianimatore e dei suoi colleghi dell'Asl di Salerno. Cinquanta brandine, decine di ossigenatori, continui controlli cardiaci. Ma forse su Anna Costanza, lo stress e l'emozione hanno avuto la meglio. «I suoi familiari - dice adesso Mario Iervolino, direttore generale dell'Asl di Salerno - avevano prenotato il posto in palestra». La salma è stata subito portata in una tenda della protezione civile, poi al cimitero. Dalla polizia, l'evento è stato immediatamente notificato alla procura della Repubblica. È andata meglio invece a un altro anziano che giunto nell'«ospedale da palestra», è stato colpito da infarto. Trasportato in ospedale è stato operato e dichiarato fuori pericolo di vita. Accanto a ogni malato qualche familiare e fra le «corsie» decine di infermieri, medici, volontari della Croce Rossa e della protezione civile.
IL «DESERTO»
Spettrale invece il centro della città. Centinaia di uomini e donne dei carabinieri, polizia e vigili urbani, a presidio di decine di varchi. «Zona rossa» rigorosamente off limits: niente auto in sosta, nessun pedone, migliaia di balconi e finestre con le tapparelle abbassate e i vetri ben chiusi per proteggersi anche da eventuali sciacalli. Un impressionante scenario da stato d'assedio. La località che apre la strada verso Paestum, il litorale salernitano e il Cilento, attraversata da maggio a ottobre da circa un milione di turisti, per la sicurezza di tutti ieri era un autentico deserto. Sgomberato l'ospedale di Battipaglia da oltre una settimana, obbligo di lasciare le proprie case per 36mila persone: alle prime luci di una domenica speciale, l'ulteriore invito dagli altoparlanti della protezione civile. Alla fine, in due strutture scolastiche e in alcune chiese per circa dieci ore sono state ospitate 500 persone. Tutti gli altri, avevano già trovato soluzioni diverse. Gite fuoriporta e week end lontano dalla «zona rossa».
IL SOLLIEVO
«Questa città ha reagito in maniera esemplare - ha detto al termine delle operazioni il sindaco Cecilia Francese - All'alba i residenti rimasti in città hanno ordinatamente lasciato le proprie case e seguito gli addetti di protezione civile e Croce Rossa. Sono orgogliosa». Al tramonto, durante una conferenza stampa allestita al Centro operativo comunale, per tutto l'apparato dell'ordine pubblico e dei soccorsi è giunto anche il tempo delle congratulazioni da parte di Francesco Russo, prefetto di Salerno. Applausi, soprattutto agli uomini dell'Esercito che con gli artificieri del 21° Reggimento guastatori della Brigata bersaglieri Garibaldi di Caserta, diretti dal colonnello Giuseppe Schiariti, hanno eseguito le operazioni di disinnesco. A rendere inerme l'ordigno, il sergente maggiore capo, Pasquale Giusti. Fra i maggiori esperti italiani, ieri si è confrontato con un marchingegno molto particolare usato dagli inglesi durante la seconda guerra mondiale, uno dei pochi trovati in Italia: «Si tratta di una bomba che ha un doppio meccanismo: chimico e meccanico - ha spiegato Giusti - Anche una microlesione nell'ampolla che contiene una sorta di acido avrebbe potuto provocare un disastro». Un disastro scongiurato nel 1943, per altri 76 anni e neutralizzato ieri. E adesso che non fa più paura, l'ordigno svuotato sarà trasferito nell'aula consiliare del comune di Battipaglia, annuncia il sindaco Francese: «Perché è già dedicata ai bombardamenti del 1943».
Giornata molto complicata per chi è rientrato dalle vacanze: migliaia gli automobilisti bloccati in autostrada fino a sera soprattutto in direzione Nord. Bloccati anche i pendolari dei treni e degli autobus che hanno ripreso le corse dopo le 19. Domenica difficile che però alla fine ha concesso sollievo: gli abitanti sono adesso liberi da un mostro silenzioso ma attivo.
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