«La maestra non mi piace»,
e a 10 anni tenta di uccidersi

«La maestra non mi piace», e a 10 anni tenta di uccidersi
di Petronilla Carillo
Martedì 30 Aprile 2019, 07:00 - Ultimo agg. 17:23
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«Mamma... ho dimenticato un quaderno a casa... vado a prenderlo e torno». Poi il tonfo. E il buio. Alle 8.15 di ieri il tempo si è tragicamente fermato per tutti a Torre dei Mussi, zona di coltivazioni in serra, ai confini tra Battipaglia ed Eboli. Il piccolo Fabio, nome di fantasia, è caduto da dieci metri di altezza. Si è lanciato da un terrazzo. Non doveva andare a prendere nessun quaderno. Era soltanto una scusa per mettere in atto il suo piano. A dieci anni, tra qualche mese ne compirà undici, aveva pianificato il proprio suicidio come scritto in un biglietto poi ritrovato dai carabinieri sul tavolo della cucina. Ma non ci è riuscito. Non è stato sufficiente sgattaiolare in mansarda, il punto più alto del vecchio casolare ristrutturato doveva viveva con la mamma e la nonna, e da li lanciarsi nel vuoto per togliersi la vita. Un angelo probabilmente passava da quelle parti in quel momento e ha deciso di salvarlo. Forse era il suo papà, morto per infarto quattro anni prima. Il piccolo è volato da un'altezza che, secondo gli inquirenti, potrebbe essere paragonata a quella di un secondo piano. Ora è in gravi condizioni, ma vivo. Ha riportato fratture un po' ovunque - gambe, bacino, costole - e lo schiacciamento di un polmone. Ed è proprio questo ciò che ora più preoccupa i sanitari del Santobono di Napoli dove è stato trasferito in eliambulanza 45 minuti dopo essere stato visitato dai medici della prima emergenza dell'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno.
 
Mentre Fabio metteva a punto il suo piano, la mamma lo aspettava ancora vicino al portone del casolare per accompagnarlo a scuola quando all'improvviso ha sentito quel tonfo. Mai avrebbe immaginato che potesse essere il rumore del corpicino del suo bambino che sbatteva a terra. Ha però fatto capolino fuori al cancello e urlato. Ha urlato disperata, correndo verso di lui. Subito è arrivata anche una sua cugina pediatra che abita da quelle parti. È stata proprio lei la prima a soccorrere il piccino e a dare indicazioni precise ai rianimatori dell'ambulanza che lo hanno poi accompagnato di corsa in ospedale.

Quando è scattato l'allarme, sul posto sono arrivati anche i carabinieri della compagnia di Battipaglia - diretti dal maggiore Vitantonio Sisti - per gli accertamenti di rito. A tutti era sembrato strano che un bambino di soli dieci anni, salito a casa per prendere un quaderno, volasse giù dalla finestra della mansarda. Ma, piano piano, tutti i tasselli si sono ricomposti. A dare la svolta definitiva, il ritrovamento di un biglietto - ora sotto sequestro da parte della procura di Salerno - nel quale Fabio parlava di una maestra con la quale non andava d'accordo e che non gli piaceva. La prima ad aver visto quel biglietto è stata la nonna 93enne, l'unica ad essere in casa quando Fabio è risalito e scappato in mansarda, anche i suoi due fratelli più grandi erano già usciti. Su quel biglietto i carabinieri hanno trovato anche il nome della maestra. Ma a rabbrividire tutti è stata la chiosa finale «quando leggerete io sarò già morto».

La maestra indicata dal piccolo è stata identificata dai carabinieri di Battipaglia e sentita in caserma. La donna, quando le hanno spiegato cosa era accaduto e mostrato il biglietto, è caduta in uno stato di profondo choc. Non riusciva a credere di poter aver causato questo enorme disagio al suo alunno.

Un disagio tanto grande da spingerlo addirittura a togliersi la vita. Per lei Fabio era sempre stato uno studente modello: ottimi voti, tranquillo, educato. Molto sensibile, forse, anche a causa della prematura perdita del padre quattro anni fa. Poi si è sciolta in un pianto disperato, interrogandosi sui suoi errori cercando anche di ripercorrere mentalmente tutto quanto accaduto negli ultimi giorni in classe, nella speranza di ricordare anche un minimo dettaglio che possa dare una spiegazione a quel disperato gesto. Nelle prossime ore potrebbe essere risentita insieme ad altre colleghe. Il verbale delle sue dichiarazioni ora è in procura dove il magistrato titolare dell'inchiesta dovrà decidere se indagare l'insegnante per istigazione al suicidio. La sua posizione al momento è molto delicata oltre che particolare.

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