Bimba giù dalla finestra, il padre in cella: «Non ricordo nulla»

Migliora la bambina ricoverata al Santobono

Carabinieri davanti al condominio di Fisciano
Carabinieri davanti al condominio di Fisciano
di Angela Trocini
Mercoledì 9 Novembre 2022, 08:19 - Ultimo agg. 21:38
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Non ricorda nulla G.D.A, il padre che il 30 ottobre ha lanciato da una finestra di casa, al terzo piano di una palazzina a Fisciano, la figlioletta di 2 anni. È come inebetito. Una sorta di stato confusionale dovuto probabilmente anche a farmaci (è in carico ai servizi psichiatrici del carcere di Bellizzi Irpino, dove è detenuto). E, così, il colloquio che ieri l'indagato ha avuto in carcere con i suoi difensori (gli avvocati Silverio Sica e Tommaso Amabile) è stato molto breve.

A quanto pare l'uomo non ricorda neanche di essere stato in tribunale e di aver ammesso al giudice di aver lanciato la figlia dalla finestra del bagno di servizio dopo «aver sentito la voce di Dio che gli diceva di farlo».

E proprio per questo motivo che il sostituto procuratore del Tribunale di Nocera Inferiore, Roberto Lenza, domani nominerà un consulente psichiatrico per una perizia. Un passo necessario, per gli inquirenti, alla luce dell'interrogatorio che il 40enne ha reso al gip Daniela De Nicola che ha accolto la richiesta del pm di custodia cautelare in carcere per il tentato omicidio della bambina.

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Nell'interrogatorio di garanzia, l'indagato prima negò gli addebiti e poi all'improvviso riferì al giudice di aver sentito «quella voce anche nei giorni precedenti, ma che non aveva assecondato», aggiungendo che era «consapevole che la piccola potesse morire ma che confidando in Dio sapeva che si sarebbe salvata». E pochi giorni prima dell'insano gesto, l'uomo aveva chiamato i carabinieri dopo aver ricevuto un pacco postale al cui interno c'era un termometro, ma l'indagato sospettava fosse un pacco bomba indirizzato alla figlia. Per questo giunse anche un'ambulanza e dal colloquio con un neuropsichiatra emerse un forte esaurimento dell'uomo con la prescrizione di alcuni farmaci che il 40enne avrebbe assunto un paio di volte.

Intanto la piccola, ricoverata al Santobono a Napoli, migliora di giorno in giorno dopo l'intervento chirurgico all'omero. Il ritorno a casa, quindi, potrebbe essere prossimo e proprio per questo il giudice minorile che si sta occupando del caso ha chiesto ulteriori informazioni ai servizi sociali del Comune sulla capacità genitoriale della madre che è al capezzale della figlia. C'è da dire che le relazioni finora redatte hanno anche parlato del forte legame che la piccola ha con i nonni paterni con i quali trascorreva molto tempo quando i genitori erano a lavoro. E mai erano stati segnalati problemi all'interno del nucleo familiare così come sono sempre stati buoni i rapporti tra suoceri e nuora, tanto che i nonni sarebbero disponibili a tenere la piccola come in passato quando gli impegni lavorativi dei genitori della bambina li tenevano fuori casa. Intanto lunedì prossimo è prevista l'udienza di Riesame a cui i difensori dell'indagato chiederanno una misura alternativa al carcere essendo in presenza di un «caso psichiatrico chiarissimo, un deliro di tipo psicotico».

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