Bimba giù dalla finestra, la mamma:
«Mio marito voleva lasciarmi»

Bimba giù dalla finestra, la mamma: «Mio marito voleva lasciarmi»
di Nicola Sorrentino
Venerdì 4 Novembre 2022, 06:50 - Ultimo agg. 08:13
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Il giudice del tribunale dei minori attende la documentazione dei servizi sociali del Comune di Fisciano, che ha relazionato sulla rete familiare di G.D.A., il quarantenne finito in carcere per tentato omicidio, dopo aver lanciato la figlia di due anni dalla finestra di un bagno di servizio, dal terzo piano di casa. Il personale del Comune ha già avuto due colloqui anche con la madre della piccola. La donna, che si trova insieme alla figlia in ospedale a Napoli, al Santobono, ha chiesto un’assistenza psicologica per lei e la piccola, in ragione del duro momento vissuto da giorni. 


Dal dossier dei servizi sociali - così come ha spiegato il sindaco Vincenzo Sessa in tv alla “Vita in diretta” - emerge il forte legame che la piccola ha con i nonni paterni, con i quali ha trascorso la maggior parte del suo tempo, a causa del lavoro di entrambi i genitori.

Non sono invece emersi problemi all’interno di quel nucleo familiare, oggi sconvolto per quanto accaduto lo scorso weekend. Così come non sono mai stati segnalati problemi di alcun tipo agli stessi uffici. Gli stessi nonni sarebbero disponibili a tenere con sè la bambina - soluzione condivisa anche dal primo cittadino - come già hanno fatto per tanto tempo, in virtù dei buoni rapporti che pure sono stati documentati tra i suoceri e la nuora.

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Tuttavia, al centro della valutazione del giudice che deciderà per l’affidamento, ci sarà certamente anche quanto emerso dall’interrogatorio della donna, reso ai carabinieri, come testimone dei fatti. La stessa aveva spiegato di essere in crisi con il marito: G.D.A. avrebbe voluto separarsi perchè si sentiva trascurato dalla moglie, che dedicava più tempo alla famiglia che a lui. Una confidenza che l’uomo - sempre secondo il racconto della moglie - le fece proprio quella mattina del 30 ottobre. G.D.A. si era svegliato “ansioso” e dopo aver fatto colazione con la donna, manifestò quella sua volontà. La moglie, di sua risposta, spiegò che avrebbe potuto pensare di prendere anche una seconda casa, nelle vicinanze, per far crescere la figlia serena, con entrambi i genitori. Nel frattempo, la Procura di Nocera Inferiore - nella figura del sostituto Roberto Lenza - chiederà una perizia psichiatrica per il 40enne. Un atto necessario, alla luce del contenuto dell’interrogatorio reso al gip, prima di chiudere l’indagine. 

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Giorni fa, l’uomo aveva confessato al giudice di aver lanciato la propria figlia dalla finestra di casa, dopo aver sentito per giorni «la voce di Dio che mi diceva di farlo». Anche dopo l’interrogatorio, il 40enne - che svolge il lavoro di consulente presso l’Inps - aveva preteso di leggere tutto il verbale. Un comportamento - secondo i legali difensori Tommaso Amabile e Silverio Sica - che conferma una manifestazione nel suo carattere di natura «ossessiva». Pochi giorni prima dell’accaduto, infatti, aveva chiamato i carabinieri, dopo aver ricevuto un pacco postale. All’interno c’era un termometro, ma l’indagato sospettava la presenza di una bomba per la figlia. Sul posto giunse anche un’ambulanza, che affidò l’uomo alla visita di un neuropsichiatra. Da quel colloquio, emerse una situazione di forte stress ed esaurimento, con la prescrizione di almeno due farmaci. I prodotti selezionati per G.D.A. vengono prescritti a chi soffre di agitazione, disordini di personalità e per il trattamento della schizofrenia. Farmaci che l’uomo assunse due volte, la sera precedente e la mattina dei fatti, prima di lanciare la piccola dalla finestra. Non si trattò di causa accidentale, secondo le indagini dei carabinieri, come sostenuto dalla moglie. La donna spiegò che la piccola avesse mostrato del nervosismo nel momento di essere cambiata, nel fasciatoio attaccato alla soglia di quella finestra. E poi di aver perso l’equilibrio. La circostanza venne meno grazie ai rilievi degli inquirenti e alle testimonianze dei residenti dello stabile. Per il gip G.D.A è «soggetto assolutamente pericoloso per sé e per altri».

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